Crisi gas, rispunta il Galsi

Quotidiano Energia - Riprende quota un progetto che sembrava ormai abbandonato dopo due decenni di infruttuose discussioni e che implicherebbe anche la realizzazione della dorsale del gas sarda, bocciata proprio in questi giorni dall’Arera (vedi notizia a parte). Germania e Algeria hanno firmato infatti un accordo che potrebbe vedere la rinascita del gasdotto Galsi, per il trasporto dal Paese nordafricano fino alla rete tedesca attraverso la Sardegna e l’Italia continentale di gas in una prima fase e di idrogeno verde in futuro.

Il progetto è stato discusso dal ministro dell’Energia dello Stato magrebino, Mohamed Arkab, con i rappresentanti del Governo di Berlino durante la quarta edizione della Giornata Algerino-Tedesca sull’Energia, svoltasi il 20 dicembre ad Algeri.

La tedesca Vng ha firmato nell’occasione un accordo con Sonatrach, in base al quale saranno realizzati studi di fattibilità sulla produzione, trasporto e commercializzazione dell’idrogeno.

“Le reti di trasporto internazionali tra l’Algeria e l’Europa, che possono essere utilizzate anche per il trasporto di idrogeno verde, e il potenziale di energia solare permettono a Sonatrach di avviare una strategia di lungo-termine per realizzare progetti di idrogeno verde a costi competitivi”, sottolinea una nota della compagnia di Stato algerina.

Lo scorso ottobre il tema dell’idrogeno è stato affrontato dal business forum Algeria-Ue e da un incontro tra il ministro Arkab e la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson. Nei giorni successivi, una delegazione di Sonatrach ha visitato la sede di Vng a Lipsia, per discutere in particolare del possibile import di H2 green dall’Algeria alla Germania.

“L’idrogeno verde può essere importato dall’Algeria attraverso le condotte esistenti, prima in Italia e poi in Germania”, ha spiegato il consigliere di Vng responsabile per le Infrastrutture e la Tecnologia, Hans-Joachim Polk.

Vng, controllata al 74% dall’utility tedesca EnBW, è attiva anche nel nostro Paese attraverso la filiale Vng Italia, che detiene l’80% di Spigas e il 20% di Canarbino.

Il progetto  Galsi per una condotta da 8 miliardi di mc/anno di 830 km (di cui 560 offshore e 270 in Sardegna) nasce nel 2003 con la costituzione di un consorzio composto da Sonatrach (41,6%), Edison (20,8%), Enel (15,6%), Regione attraverso Sfirs (11,6%) ed Hera (10,4%). Il tracciato prevedeva un primo tratto dalla stazione algerina di El-Kala a Porto Botte (Cagliari), una dorsale sarda fino a Olbia e quindi una linea offshore fino a Piombino.

Tre anni fa la Regione Sardegna è però uscita dal progetto.

Il Galsi è stato quindi escluso nel 2017 dalla lista dei Progetti di interesse comune Ue, anche se è comunque rimasto nell’edizione 2020 del Piano decennale di sviluppo delle reti (Tyndp) di EntsoG.

Lo scorso agosto, rispondendo a un’interrogazione dell’eurodeputata Susanna Ceccardi (Lega), la commissaria Simson ha chiarito che il Galsi aveva ricevuto un finanziamento Ue di 120 milioni di euro nell’ambito del piano europeo di ripresa economica (Eerp) del 2010, revocato però nel 2014 poiché “il progetto non ha compiuto i progressi necessari”.

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