DL Siccità, la conversione parte al Senato

Quotidiano Energia - Partirà dal Senato la conversione in legge del DL Siccità. A Palazzo Madama, in particolare, il relativo Ddl ha assunto il numero 660 ma non è stato ancora annunciato in aula e assegnato alle commissioni competenti.

Il decreto, si ricorda, è stato approvato il 6 aprile in Cdm ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile.

Da segnalare che, rispetto alla versione entrata in Cdm, è saltato l’iniziale art. 12 recante “Sospensione dei mutui, finanziamenti e canoni per concessionari di piccole derivazioni idroelettriche”.

Molti i commenti arrivati sulla strategia del Governo e sull’emergenza climatica negli ultimi giorni. Tra questi una nota di venerdì sottoscritta da Cipra Italia, Cirf, Coordinamento nazionale tutela fiumi - Free Rivers Italia, Deafal, Dislivelli, Federazione nazionale pro natura, Federparchi, Italia Nostra, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness e Wwf Italia.

Le associazioni ritengono che “l’attuale azione di Governo, come ulteriormente dimostrato dal DL Siccità, sostanzialmente basata su interventi infrastrutturali, estensione dell’approccio commissariale e ulteriore artificializzazione di un reticolo idrico già prossimo al collasso, appare assolutamente inadeguata”.

Da ciò un elenco di otto azioni contro siccità, alluvioni e cambiamenti climatici che comprendono anche un programma nazionale di riqualificazione e ripristino della connettività dei corsi d’acqua, garantire la piena attuazione degli obblighi di rilascio del deflusso ecologico nei copri idrici, una strategia che promuova la riduzione dei consumi idrici domestici e il ricorso ad acque non potabili.

Infine, agire sugli ostacoli alla rimozione delle perdite idriche e “adottare, per ogni bacino idrografico, piani di bilancio idrico con misure di gestione delle siccità che devono essere inserite nella pianificazione territoriale e tenute in considerazione nel rinnovo delle concessioni idriche, in modo da superare definitivamente l’attuale approccio emergenziale”.

Dal punto di vista infrastrutturale, invece, le associazioni ambientaliste scrivono: “Dai laghetti alle dighe, realizzare nuovi invasi lungo i corsi d’acqua non può essere la risposta adeguata alla crisi idrica”.

Promotore di un Piano Laghetti è invece Anbi che, sempre venerdì, in un comunicato sottolinea come i consorzi di bonifica e irrigazione abbiano “centrato il 100% del target Pnrr:  sono stati emanati tutti i bandi finanziati dal Piano”.

Si tratta di interventi per 880 milioni di euro “destinati a investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”.

Temi al centro anche della prima riunione di un tavolo sull’attuazione del Pnrr indetto la scorsa settimana dal ministero dell’Agricoltura, come spiega l’associazione. Nella prima settimana  di maggio, invece, presso il  salone Macfrut di Rimini, “presenteremo il manuale operativo di due soluzioni innovative nell’ottimizzazione d’uso della risorsa acqua: il sistema Irriframe per il miglior consiglio irriguo e la certificazione volontaria Goccia Verde per la sostenibilità idrica”, aggiunge il d.g. Anbi, Massimo Gargano.

“Sono tasselli della nostra strategia di contrasto alle conseguenze della crisi climatica: si affiancano ai piani di efficientamento della rete idraulica e di realizzazione di nuovi invasi, nonché alla ricerca delle soluzioni per consentire un maggiore utilizzo delle acque reflue. Alla politica chiediamo di accelerare gli iter burocratici; noi abbiamo dimostrato di essere parte di quell’Italia capace di rispondere alle sfide del nostro tempo con la velocità imposta dalle trasformazioni in atto”.

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