REPowerEU nel Pnrr, per l’Italia un potenziale di oltre 5 mld €

Quotidiano Energia - Il Pnrr è stato concepito prima della guerra in Ucraina e deve essere quindi “integrato e modificato” per adattarlo al nuovo contesto, soprattutto per quanto riguarda “la tempistica di realizzazione dei progetti”. Lo ha detto ieri 7 febbraio il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, all’indomani dell’incontro a Palazzo Chigi sull’inserimento del capitolo REPowerEU nei Pnrr con le società partecipate Eni, Enel, Snam e Terna.


“Ieri abbiamo avviato un primo confronto con i principali stakeholder del settore” perché “è fondamentale un dibattito con questi interlocutori e con le parti sociali e le organizzazioni di categoria”, considerato che “il fattore tempo non può restare immutato nella nuova situazione che ha modificato priorità e strategie”, ha detto Fitto intervenendo a un convegno a Roma.

A Fitto ha fatto eco il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, spiegando sempre oggi che l’incontro è servito a “raccogliere le istanze, i programmi” delle quattro società, che hanno proposto i loro progetti principali.

Snam, in particolare, ha presentato il progetto per la Linea Adriatica, mentre Terna quelli per il Tyrrhenian Link ramo est, il Sa.Co.I.3 tra Sardegna, Corsica e continente e il raddoppio dell’elettrodotto Italia-Montenegro. Enel ha invece insistito sulle infrastrutture per la mobilità elettrica ed Eni per progetti concreti per la transizione.

I progetti saranno valutati dal Governo “per poi vedere di inserirli nell’ambito della programmazione, purché compatibile, del Pniec”, ha detto Pichetto, sottolineando che “deve esserci coincidenza tra Pniec e quello che andiamo a prevedere come aggiornamento del Pnrr”.

La premier Meloni ha invitato adesso i singoli ministeri ad approfondire i progetti e portarli a una sintesi comune in tempi brevi, giacché il capitolo REPowerEU del Pnrr va presentato alla Commissione Ue entro il 30 aprile.

Per l’Italia si tratta di un'operazione non di poco conto, visto che per il capitolo potranno arrivare finanziamenti Ue a fondo perduto per oltre 5 miliardi di euro.

In particolare, precisano le linee guida pubblicate la settimana scorsa da Bruxelles, il nostro Paese potrà ricevere 2,76 mld € dai fondi per 20 mld € stanziati direttamente per REPowerEU, la cifra maggiore tra gli Stati Ue a pari merito con la Polonia e superiore a quella destinata a Spagna (poco più di 2,58 mld €), Francia (2,32 mld €) e Germania (2 mld €).

L’Italia potrà poi utilizzare fino al 7,5% delle allocazioni previste dai Fondi per lo sviluppo rurale, di Coesione e Sociale europeo, equivalenti a 2,1 mld €: il secondo maggiore importo tra i 27 dopo quello della Polonia (3,6 mld €).

In questo senso, ha rimarcato ieri 7 febbraio il ministro Fitto, “io stesso con le deleghe sia per la Coesione che per il Pnrr rappresento questa sintesi che come Governo sosteniamo da mesi”.

Tra fondi REPowerEU e di Coesione, la Penisola potrà dunque contare su 4,86 mld €, cui si aggiungeranno 146,8 milioni € dai fondi per la Brexit (Brexit Adjustment Reserve).

Le linee guida sottolineano che, data l’urgenza degli obiettivi di REPowerEU, gli Stati membri dovranno dare priorità ai progetti già avviati. Tra questi potranno figurare infrastrutture gas e Gnl, che se del caso potranno ottenere una deroga al principio di non arrecare alcun danno significativo (Dnsh) dimostrando il loro positivo contributo alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici europei.

I fondi REPowerEU dei Pnrr potranno inoltre sostenere le reti transfrontaliere di trasporto e distribuzione, l’efficienza energetica, la decarbonizzazione dell’industria, le fonti rinnovabili, il biometano, l’idrogeno rinnovabile o “fossil-free”, lo storage e il trasporto a zero emissioni.

Finanziamenti potranno essere erogati anche alla lotta alla povertà energetica e alla riduzione della domanda di energia.

La provenienza e la ripartizione dei fondi per i capitoli di REPowerEU nei Pnrr sono frutto di un accordo tra Europarlamento e Consiglio Europeo raggiunto alla fine dell’anno scorso. Il relativo regolamento non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Ue.

Da ricordare che la Corte dei Conti Ue ha bocciato lo scorso luglio l’assetto finanziario di REPowerEU per i pochi fondi stanziati direttamente per il piano e per il potere di selezione dei progetti attribuito agli Stati membri, che potrebbe contrastare con l’obiettivo più generale dell’Unione.

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