Casa di riposo di Treviglio
Tamponi rapidi e primi abbracci

Dopo mesi solo di videochiamate, finalmente gli ospiti hanno potuto incontrare i loro cari di persona. Schermi in plexiglass e guanti da veterinario per entrare.

Per tre mesi le videochiamate via Skype o WhatsApp sono stati malinconicamente gli unici contatti tra gli anziani ospiti della Rsa «Anni Sereni» di Treviglio e i loro parenti, segnati da saluti e abbracci mimati, sognando almeno una stretta di mano autentica e forte, uno sguardo ravvicinato e rassicurante, che finalmente ieri mattina si sono compiuti.

Sì perchè alla Casa albergo sono stati organizzati i primi incontri veri, per lo più commoventi, tra gli ospiti e un rispettivo familiare, il tutto nel massimo rispetto delle norme in atto per l’emergenza sanitaria Covid – 19, ma con un particolare di non poco conto: il visitatore, prima del programmato incontro, è stato sottoposto al tampone rapido, che solo se negativo consentiva l’accesso, come poi avvenuto per tutti.

Sono stati 24 gli ospiti della Rsa che dalle 9 alle 12,30 hanno avuto nella prima giornata di visite l’opportunità di vedere i propri parenti: saranno 103 complessivamente quelli che, entro Natale, potranno rivedere anche una seconda volta i loro cari, cosa per ora non possibile ai 45 pazienti allettati. Bardati, con guanti identici a quelli usati dai veterinari, quindi a tutto braccio, mascherine, camice e calzari, i parenti si sono approcciati ai quattro tavoli della sala animazione, predisposti con tanto di pannello in plexiglass, per scambiarsi un’amorevole stretta di mano e tante parole. Un dialogo durato come stabilito una ventina di minuti al massimo, durante i quali sono corse emozioni indescrivibili, concentrate in dialoghi talvolta anche strappalacrime ma capaci allo stesso tempo di ridare speranza, forza e migliorare gli aspetti psicologici e affettivi, soprattutto negli anziani.

Tra le prime a far visita all’anziana mamma c’era Anna Fortini, che con gli occhi lucidi e la voce a tratti rotta dall’emozione ha raccontato le sue sensazioni: «Con l’aggravarsi dell’emergenza sanitaria, da settembre, non mi è stato più possibile incontrare mia mamma. Ci sentivamo e vedevamo tutti i giorni in videochiamata, ma non è la stessa cosa, poi con questa bella opportunità finalmente l’ho rivista e le ho accarezzato le mani, parlato, ed è stata una sensazione indescrivibile. Un incontro bellissimo durante il quale mi sono veramente emozionata, anche nel vedere e capire che lei sta bene. Fare una chiacchierata più lunga del solito su come ci sentiamo e cosa facciamo è servita a tutte e due».

Altrettanto felice la signora Laurina Brambilla, 90 anni, originaria di Caravaggio e ospite della Casa albergo «Anni Sereni» da luglio: «Quando ho visto mia figlia arrivare e sedersi finalmente davanti a me, anche se separati dal vetro, mi sono sentita bene, ero commossa e mi è scappata anche una lacrimuccia, ma per la contentezza. Un Natale senza un saluto diretto – ha detto l’ospite - non poteva essere, ma grazie al personale della “Anni sereni” questo è stato possibile. Ora aspetto però il secondo incontro». In visita alla madre quasi novantenne anche un uomo trevigliese: «Non pensavo che un incontro del genere fosse così toccante. Ho capito che una semplice stretta di mano e uno sguardo tenero hanno ora un valore immenso. Forse prima non davamo peso a questo aspetto – ha affermato -, infatti gli abbracci, le carezze e i saluti quotidiani erano un’abitudine, una normalità, che ora però vorremmo volentieri tornare a rivivere, perché hanno grande importanza».

Ieri mattina in azione quattro operatrici della «Anni Sereni», impegnate ad accogliere i visitatori, sottoporli al tampone rapido e, dopo 15 minuti, con esito negativo, accompagnarli al tavolo, dove in precedenza, dal lato opposto, erano stati accomodati gli ospiti. Soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa è stata espressa anche da Augusto Baruffi, presidente della «Fondazione Anni sereni»: «Sono stati momenti emozionanti anche per me. Siamo una delle prime, se non la prima Rsa delle nostra provincia ad avere predisposto questo sistema d’incontro tra ospiti e parenti. Abbiamo fortemente insistito perché il ministero della Salute ci concedesse il benestare all’iniziativa – ha precisato Baruffi – che ora cercheremo di proporre, sempre con il necessario permesso e altre modalità, ai 45 ospiti allettati, anche loro desiderosi di vedere i familiari per Natale».

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