Ricercato in Egitto per omicidio
Viveva a Treviglio: arrestato latitante

Abitava nella zona di Treviglio dove faceva il carpentiere ed era conosciuto con il soprannome di «Tyson» per il suo carattere aggressivo. Ora è stato arrestato: si tratta di un latitante egiziano accusato di omicidio nel suo Paese d’origine e condannato all’ergastolo.

Alla fine del mese di agosto 2018, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bergamo è venuto a conoscenza che un egiziano di 49 anni, ben conosciuto nella zona di Treviglio, potesse trovarsi nel territorio nazionale sotto falso nome perchè ricercato nel proprio Paese di origine quale autore di un omicidio.

L’uomo abitava nella Bassa Bergamasca con il figlio mantenendosi con il lavoro saltuario di carpentiere ed era noto per il suo carattere aggressivo tanto da essere soprannominato «Tyson»: il 49enne era stato ripetutamente tratto in arresto per reati legati alla droga e alla violenza. L’ultimo arresto risale allo scorso maggio quando i carabinieri di Treviglio lo trovarono, insieme al figlio, in possesso di 48 grammi di hashish.

L’uomo, la cui presenza in Italia è segnalata fin dal 1999, era in possesso di un permesso di soggiorno come richiedente asilo rinnovato nell’ultima circostanza nel settembre del 2018: in passato era stato già controllato negli anni con vari alias che ne rendevano l’identificazione molto problematica. Sono così scattate le indagini che hanno permesso di risalire ad un passaporto del carpentiere, esibito in occasione del rilascio di un vecchio permesso di soggiorno del 2000: il documento è stato inviato in copia mediante Interpol alle autorità egiziane, al fine di riscontrare le effettive generalità.

Da qui la scoperta: l’uomo poteva essere l’egiziano colpito da mandato di arresto internazionale da parte delle autorità del suo Paese per omicidio per il quale era stato condannato alla pena dell’ergastolo con provvedimento emesso da quella Corte di Appello nel mese di ottobre del 2012, esteso a livello internazionale già nel mese successivo. Il 49enne è accusato infatti di aver commesso un omicidio nel 2009 a Banha, in Egitto, quando, in concorso con altre due persone già tratte in arresto a suo tempo dalle autorità egiziane, ha ucciso con premeditazione un concittadino dandosi poi alla fuga verso l’Italia.

Le ipotesi che l’uomo fosse lo stesso sono state confermate, dopo il riscontro fotografico e anagrafico, dalla verifica delle impronte digitali. Quindi nella serata di mercoledì i carabinieri del Nucleo Investigativo, insieme a militari della Compagnia di Treviglio, lo hanno arrestato e trasferito in carcere a Bergamo in attesa delle pratiche per l’estradizione da parte del paese di origine.

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