Romano, violenze verso la moglie e i figli
Arrestato 30enne: non era la prima volta

Arrestato e portato in carcere dai carabinieri un 30enne. Violenze fisiche e psicologiche alla moglie, minacce anche contro i figli della donna nati da un precedente matrimonio.

Ancora una volta i carabinieri si sono imbattuti in un altro triste caso di violenza domestica. Venerdì sera i carabinieri della Compagnia di Treviglio hanno arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere un 30enne nigeriano, residente a Romano di Lombardia. Le indagini condotte dai militari della Stazione di Romando di Lombardia, hanno permesso di scoprire un pericoloso scenario di violenze fisiche e psicologiche, dettate per lo più da una morbosa gelosia da parte di un 30enne nigeriano, da anni in Italia, e la moglie italiana, di qualche anno più grande di lui, in precedenza tra l’altro già sposata e madre di due figli.

I fatti oggetto di contestazione nell’imputazione di maltrattamenti in famiglia aggravati risalgono all’estate scorsa, quando appunto l’uomo, con atteggiamenti progressivamente sempre più violenti e persecutori, ha iniziato a minacciare, pedinare ed aggredire anche fisicamente la moglie, con la quale è sposato da circa un anno. Frequenti, soprattutto nell’ultimo periodo erano gli insulti e le minacce anche di morte. I familiari della donna avevano cercato di moderare la situazione in essere, senza però alcun successo. La vittima delle violenze fisiche e psicologiche era stata anche costretta, in alcune occasioni, a fuggire di casa. In talune circostanze erano stati danneggiati anche dei mobili e delle suppellettili in casa. Altre volte ancora l’uomo aveva strappato di mano il cellulare della moglie o dato in escandescenze per motivi futili, lanciandole addosso anche degli oggetti, spintonandola, oppure percuotendola con schiaffi, sino a costringerla a ricorrere alle cure mediche.

Più volte pattuglie dei carabinieri erano intervenute per riportare alla calma la situazione in casa della coppia. I figli della donna a volte avevano anche assistito a tali traumatici eventi ed erano stati a loro volta minacciati di ritorsioni ad opera dell’uomo.

Venerdì sera infine l’epilogo con l’esecuzione della misura cautelare del carcere emessa dal gip del Tribunale di Bergamo nei confronti del 30enne, con alle spalle già altri precedenti penali per reati contro la persona ed il patrimonio, entrato in Italia come rifugiato politico per poi nel corso del tempo integrarsi gradualmente. I militari hanno anche accertato un uso frequente di droghe da parte del nigeriano, condizione ulteriore di negativo condizionamento per quanto riguarda la sua incapacità di controllarsi, come appunto esplicitato in ordinanza dal gip.L’uomo ora si trova in carcere a Bergamo e nei prossimi giorni sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA