Sasso contro auto, il cerchio si stringe
L’autopsia farà luce sulla morte di Nilde

Si concentrano sui residenti e i frequentatori della zona dell’episodio le indagini a Cernusco sul Naviglio per risalire al o ai responsabili del lancio del sasso che la notte di venerdì ha colpito l’auto su cui viaggiava Nilde Caldarini, 62 anni, rimasta illesa nell’urto ma morta per arrestato cardiaco poco dopo.

Gli investigatori ritengono che quel sasso piovuto dal cielo sia stato certamente lanciato da qualcuno. Da chi è perché è tutto da scoprire. Nonostante le difficoltà dovute alla mancanza di telecamere e testimoni, trapela ottimismo. Il lancio è stato lanciato da un terrapieno alto 5 metri che a Cernusco sul Naviglio lungo la statale provinciale. I carabinieri continuano a cercare elementi per individuare l’autore o il gruppo. Alle spalle del terrapieno, un gruppo di case isolate. L’ipotesi è che il responsabile sia un residente. In molti nella zona parlano di un gruppo di ragazzi che di sera si riuniscono proprio vicino al punto dell’incidente. Nilde Caldarini tornava da una serata di raccoglimento a Pontirolo Nuovo, in provincia di Bergamo, organizzata dalla comunità AGA che si occupa del recupero di tossicodipendenti. Aveva deciso di impegnarsi dopo la morte del figlio di 24 anni, avvenuta quindici anni fa.

«Non riesco a dire niente, scusatemi, ho il cuore spezzato». Lo ha detto all’ANSA, alla fine della messa celebrata nel palazzo delle Marcelline a Cernusco sul Naviglio (Milano) don Ettore Bassani, la persona forse spiritualmente più vicina Nilde Caldarini. Originario della Bergamasca, proprio il religioso è l’animatore degli incontri di preghiera a cui lei partecipava assiduamente. Come giovedì sera, quando ha trovato la morte dopo che un blocco di calcestruzzo del peso di un chilo ha colpito la macchina sulla quale rientrava a casa. Lei non sarebbe stata colpita (il condizionale è d’obbligo almeno fino all’esito dell’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria) come illesi sono risultati tutti gli occupanti, ma subito dopo l’impatto, travolta da un collasso emotivo, ha avuto un malore ed è deceduta.

«Stella era sicuramente una donna di fede, come la sua famiglia, e si era stretta ancora di più intorno alla preghiera dopo il lutto che l’aveva colpita con la morte del figlio». A raccontarlo è don David, prete della parrocchia Santa Maria Assunta a Cernusco che si occupa dell’oratorio Sacer, proprio nel centro della cittadina, che vive la vicinanza del capoluogo lombardo ma mantiene le relazioni strette della cittadina di provincia. «Qui c’è un tessuto sociale e la gente si conosce - prosegue don David - e mediamente non se la passa male, c’è benessere. Non ricordo di tensioni giovanili particolari, in questi ultimi tempi, ma non c’è bisogno di dire che per lanciare un sasso senza pensare alle conseguenze bisogna essere o fuori di testa o strafatti». «Nilde per tutti noi era Stella - racconta un volontario - era amata da tutti e frequentava un gruppo di preghiera nella provincia di Bergamo per via dell’amicizia con l’ex parroco. Abitano anche nello stessa palazzina, e dopo che don Ettore ha lasciato la parrocchia a un nuovo parroco, pochi mesi fa, lei ha continuato a seguire le sue iniziativa».

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