Vendeva auto «fantasma» online
Truffa da 50mila euro, denunciato

E’ stato denunciato dalla Polizia di Treviglio un uomo che fingeva di vendere auto online e attraverso un’ingegnoso meccanismo riusciva a incassare i soldi prima di concludere la trattativa.

Identificato e denunciato l’uomo che truffava acquirenti di auto su internet raggirandoli. In pochi giorni di attività era riuscito a intascarsi circa 50.000 euro. Il meccanismo scoperto dalla dagli agenti del commissariato di Treviglio diretto da Angelo Lino Murtas era molto ingegnoso e complesso: l’uomo fotografava una macchina molto appetibile all’insaputa del proprietario, clonando i documenti e stampandoli come fossero gli originali. Effettuava un annuncio di vendita dell’auto sui siti internet ignari della truffa. Quando un visitatore del sito era interessato, le trattative avvenivano attraverso e mail, foto e messaggi,ma anche telefonate. Il truffatore forniva anche le immagini dei documenti del mezzo che non risultava rubato. Se il cliente (alle volte anche commerciante di auto) era disponibile all’acquisto, si chiedeva di dimostrare di possedere i soldi, pretendendo di fare un assegno circolare in banca ed inviarlo poi in copia via mail (come noto per emettere tale assegno la banca esige la somma in contanti che viene trattenuta fino a quando non viene messo all’incasso).

Dopo aver ricevuto la fotografia dell’assegno circolare, il truffatore lo clonava, creandone uno cartaceo perfettamente identico. Rapidamente versava l’assegno circolare clonato (che traeva in inganno anche gli impiegati della banca, in quanto risultava effettivamente emesso) su un conto corrente reale, ed iniziava a prelevare gli importi con i bancomat o facendo dei bonifici, fino a svuotare totalmente il conto. Dopo alcuni giorni, gli acquirenti, stufi di non ottenere la conclusione della compravendita che veniva sempre rinviata con le scuse più diverse, si recavano in banca con l’assegno circolare tenuto sempre nel loro portafogli. Depositato in banca l’assegno per riavere il denaro, risultava però già essere stato riscosso. Gli acquirenti, non solo rimanevano senza autovettura, ma scoprivano di aver perso anche tutto il denaro solo per aver intavolato una trattativa non andata a buon fine.

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