L’incidente in A4 tra auto e due cinghiali
«Stanno diventando troppi e pericolosi»

L’incidente causato da due cinghiali che hanno scavalcato le recinzioni e sono riusciti a entrare in autostrada ha scatenato commenti e reazioni.

Venerdì sera verso le 19 due cinghiali si si sono scontrati con due auto, morendo sul colpo. A parte i gravi danni alle vetture l’episodio non ha registrato feriti tanto da non ritenere neppure necessario l’intervento dei sanitari. «Si sono avvicinati diverse volte ai centri abitati creando paura e apprensione, hanno attraversato strade causando incidenti, sono responsabili di danni enormi agli agricoltori, si stanno moltiplicando oltre ogni misura e stanno ormai dilagando su aree molto estese del territorio provinciale. Ora hanno anche invaso l’autostrada e causato un incidente che per fortuna non ha avuto gravi conseguenze. Ci troviamo di fronte a una lunga lista di fatti “eccezionali” che evidentemente proprio così “eccezionali” non sono – spiega in una nota Coldiretti Bergamo -. Siamo allibiti di fronte al fatto che si cerchi di sminuire un episodio così grave che poteva portare anche a tragico esito. Soprattutto dopo i ripetuti allarmi lanciati riguardo i danni ingenti arrecati alle campagne, questi ungulati sono diventati dei veri e propri pericoli anche per l’incolumità delle persone, negare questo significa dimostrare di non avere consapevolezza della gravità del problema».

Secondo Coldiretti Bergamo in merito alla presenza di questi animali di ordinario purtroppo ci sono solo la crescita numerica che nessuno riesce a tenere sotto controllo, i danni che determinano e i rischi sempre maggiori che i cittadini e gli agricoltori sono costretti ad affrontare. «Non capiamo come si possa affermare che la situazione è sempre più presidiata visto che i cinghiali si stanno riproducendo in modo esponenziale e dalla val Cavallina si sono ormai spostati anche nell’hinterland di Bergamo e in alta Valle Brembana, dove stanno colonizzando pascoli ed alpeggi – prosegue Coldiretti Bergamo -; i segni della loro nefanda presenza sono visibili in porzioni di territorio sempre più ampie e che sempre con maggiore difficoltà si riescono a monitorare».

Per la Coldiretti di Bergamo i provvedimenti finora adottati si sono dimostrati assolutamente insufficienti e serve un urgente cambio di passo. «Riguardo agli abbattimenti finora effettuati - conclude Coldiretti Bergamo- se in base ai capi censiti è stato stabilito un prelievo di 750 capi e le squadre ne hanno abbattuti solo un centinaio non necessariamente significa che non ci troviamo di fronte ad un’invasione. Forse il problema è che qualcuno non sta affrontando con il necessario senso di responsabilità una situazione che si protrae da anni ed ha ormai assunto connotazioni più che critiche. Certe dichiarazioni fuori luogo purtroppo non lasciano spazio a molti dubbi».

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