Abusi sulla figlia della moglie
Condannato a 4 anni e 8 mesi

Avrebbe abusato della figliastra per cinque lunghi anni, da quando lei ne aveva sette fino ai dodici: per questo il giudice dell’udienza preliminare Ezia Maccora ha condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione un quarantacinquenne operaio dell’Isola.

La sentenza è stata emessa con rito abbreviato, che in caso di condanna garantisce lo sconto di un terzo della pena. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2005 e il 2010, appunto nella zona dell’Isola dove la famiglia risiedeva, ma sono venuti alla luce solo alcuni anni più tardi quando, nel 2013, la ragazzina si era confidata con uno psicologo che la stava seguendo: nel corso di una delle sedute aveva raccontato dei rapporti subiti anni prima col patrigno.

La notizia era quindi arrivata anche alla madre che, a quel punto, aveva messo il marito di fronte alle accuse, facendo partire nei suoi confronti anche la denuncia penale (era parte civile al processo con l’avvocato Roberta Ribon). L’uomo di fatto aveva confessato l’accaduto, dicendosi dispiaciuto, ma era stato comunque allontanato da casa: è ancora in corso la separazione. Dopo la denuncia per diverso tempo il fascicolo è rimasto iscritto contro ignoti e solo in un secondo tempo sul registro degli indagati è finito il quarantacinquenne, rimasto comunque sempre a piede libero. Prima ancora di arrivare a processo l’uomo, riconoscendo la propria responsabilità ha anche cercato di rimediare rivolgendosi ai servizi sociali, senza per questo poter risolvere la frattura familiare (la coppia, oltre a due figli della donna da un precedente matrimonio, ha anche un figlio proprio, ancora piccolo), e ha risarcito il danno.

Iscritto alla fine formalmente nel registro degli indagati per violenza sessuale, l’uomo è comparso giovedì in udienza preliminare: il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a quattro anni di reclusione, il giudice ha ritenuto di aumentare leggermente la condanna rispetto alla richiesta, bilanciando diversamente da un lato il pentimento e la volontà di rimediare e dall’altro il periodo di tempo abbastanza lungo durante il quale la bambina era stata sottoposta ad abusi.

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