Accusato dello stupro di una 87enne
Castelcovati, il Dna scagiona il muratore

Si era nascosto da un parente nella Bergamasca e qui era stato rintracciato e arrestato. Ora è stato scarcerato: il test del Dna lo scagiona.

Il test del Dna non lascia dubbi: non sono del vicino finito in carcere le tracce biologiche trovate sulle lenzuola e gli indumenti della anziana di 87 anni di Castelcovati, violentata lo scorso ottobre. L’uomo, 32 anni muratore romeno, era finito in carcere lo scorso 6 ottobre con l’accusa di aver violentato la donna.

L’uomo si era nascosto nella Bergamasca, nella casa di uno zio, e proprio qui era stato rintracciato dalle forze dell’ordine che lo avevano arrestato. Ora il test del Dna lo scagiona : il 32enne è stato quindi scarcerato.

Messa quindi in dubbio l’intera ricostruzione dei fatti: raccolto l’esito dell’indagine scientifica, il giudice delle indagini preliminari ha ordinato l’immediata liberazione dell’uomo, dopo 40 giorni vissuti in carcere. Il muratore è tornato a Castelcovati, nell’appartamento posto sopra quello della donna che ancora ora, dopo il test del Dna, continua ad accusare l’uomo, non spostandosi di una virgola dalla ricostruzione iniziale, accreditata da una visita medica che ha riscontrato segni compatibili con la violenza.

Secondo la ricostruzione della vittima, l’uomo a notte fonda sarebbe entrato nella sua abitazione e, dopo aver prelevato dalla cucina un grosso coltello, sarebbe andato nella camera da letto. Qui la vittima stava dormendo: le avrebbe tappato la bocca con la mano e, sotto minaccia dell’arma, l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale al termine del quale, prima di andar via, la minacciava di morte qualora avesse riferito ad altri quanto accaduto. La vittima solo il giorno successivo aveva trovato il coraggio di denunciare la violenza.

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