Addio al reato di clandestinità
A Bergamo 200 processi in meno

I giudici di pace: «Sgravio di lavoro, ma già da un anno evitavamo condanne inutili». Sempre sanzioni pecuniarie, ma l’imputato quasi mai in aula. Il questore: «Per i nostri controlli cambia poco»

«Per dirla tutta, in questi anni saranno stati al massimo due i processi che ho celebrato con di fronte l’imputato per clandestinità. In tutti gli altri c’erano solo gli operatori delle forze dell’ordine che lo avevano fermato e poi rilasciato e i suoi legali. Dunque è più che evidente di come questa novità rappresenterà senza dubbio uno sgravio di lavoro per noi giudici di pace. Questo reato aveva più un risvolto sociale che concreto». Dal 2002 Lucia Berloffa è uno dei giudici di pace di Bergamo. Quanti sono attualmente, i processi per clandestinità celebrati davanti al giudice di pace di Bergamo? Su circa 1.350 processi inerenti svariati reati, quelli che riguardano il reato di clandestinità sono circa duecento. E di tanti dovrebbero diminuire se il governo adotterà il provvedimento che abroga il l’articolo 10 bis.

Poco cambierà, invece, dalle parti della questura. «Per quanto ci riguarda, i controlli di immigrati fermati senza documenti resteranno gli stessi, com’è normale che sia – spiega il questore Girolamo Fabiano –. Ci sarà un minimo di lavoro in meno, perché non dovremo più inoltrare la segnalazione all’autorità giudiziaria. Ma tutti gli altri accertamenti saranno gli stessi che svolgiamo da sempre. Va poi detto che, rispetto agli Anni Ottanta, la normativa sull’argomento ha fatto passi da gigante. E che, comunque, i clandestini oggi sono molti di meno, vuoi per le sanatorie, vuoi per i maggiori controlli».

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