Allergeni & Co.
Il vaccino l’arma migliore

Starnuti a raffica, occhi rossi e lacrimanti. Per un italiano su quattro primavera fa rima con tutto questo. Colpa dei pollini delle fioriture che, puntuali come ogni anno, in questo periodo sono pronti a fare la loro comparsa riempiendo l’aria e facendo esplodere la rinite allergica, detta anche febbre o raffreddore da fieno.

Ma come riconoscere le allergie e limitare o prevenire i fastidi? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Stefania Milani, specialista in Allergologia e Immunologia clinica, responsabile del servizio ambulatoriale di Allergologia di Corpore Sano Smart Clinic (centro del Gruppo ospedaliero San Donato a «Le Due Torri» di Stezzano) e del Policlinico San Marco di Zingonia, strutture dove è possibile sottoporsi a test allergologici (prick test). Info: 035.0690881.

Cosa si intende per allergia?

«Per allergia si intende una risposta anomala del sistema immunitario scatenata dal contatto con sostanze estranee all’organismo che comunemente sono innocue. Nelle persone ereditariamente predisposte le allergie causano sintomi, infiammazione e patologie a carico di differenti organi e apparati (polmone, pelle, occhi e naso). Chi è predisposto, quando viene a contatto con sostanze estranee normalmente innocue (gli allergeni), produce con molta facilità e in grande quantità un tipo di anticorpi, le immunoglobuline E (IgE), che scatenano le reazioni allergiche. L’allergia è una condizione in cui il sistema immunitario riconosce una sostanza estranea normalmente innocua (allergene) come se fosse un agente aggressivo da cui difendersi, scatenando una violenta reazione infiammatoria».

Quali sono i sintomi più tipici della rinite allergica?

«Alcuni sono simili a quelli di un comune raffreddore: lacrimazione, starnuti, prurito al naso e agli occhi, naso che cola, congestione delle mucose nasali, difficoltà a respirare e in alcuni casi un senso di oppressione al torace. In alcuni casi l’allergia ai pollini può anche dare origine a manifestazioni cutanee come bolle o orticaria».

Ma in che modo si può capire se si tratta davvero di allergia?

«La certezza può essere ottenuta solo con una visita dallo specialità che indicherà quali test cutanei (prick test) o esami del sangue siano necessari. Questi test vengono prescritti ed effettuati dallo specialistica allergologo e costituiscono valido e consolidato mezzo diagnostico. Inoltre sono di facile, veloce e sicura esecuzione. Minimamente invasivi sono ben tollerati anche dai bambini».

Si nasce allergici o lo si diventa?

«In tutte le forme di allergia esiste una predisposizione genetica, ma si può sviluppare anche nel corso degli anni».

Cosa fare per risolvere il problema?

«Il primo trattamento consiste nell’evitare, quando possibile, l’allergene o gli allergeni responsabili della rinite allergica. Per le fasi acute è utile la terapia farmacologica prevalentemente a somministrazione topica ovvero locale (colliri, spray nasali, devices per la cura dell’asma). Una classe di farmaci usata sono gli antistaminici che riducono il rilascio di istamina nel sangue e alleviano la maggior parte dei sintomi, in particolare prurito, starnuti o lacrimazione, ma sono meno efficaci nei confronti della congestione nasale che deve essere trattata con steroidi sempre topici. Gli antistaminici possono essere anche assunti per via orale. In questo caso però possono dare sonnolenza, effetto collaterale che con quelli di ultima generazione è stato in parte superato. Per risolvere in modo più duraturo il problema, invece, efficace è l’immunoterapia specifica (vaccino), che consente di allenare gradualmente la risposta immunitaria tipica della reazione allergica, riducendo numero e intensità degli episodi acuti. È molto importante curare la rinite allergica (non solo togliere i sintomi) poiché, se non curata, può portare a complicanze quali poliposi nasale, sinusite cronica, asma bronchiale e sindrome delle apnee notturne (noto fattori di rischio per infarto cardiaco e ictus cerebrale)».

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