Amianto, controlli in città
Un drone sopra 400 edifici

Il drone «multirotore» ha analizzato i tetti di amianto sull’ex Palazzo del Ghiaccio, il magazzino comunale di via Serassi e il cimitero monumentale. Ora si passa al resto della città, dove la presenza di amianto è più densa.

«La sperimentazione con i droni eseguita da Arpa sugli edifici comunali dove abbiamo previsto una bonifica ha avuto un carattere scientifico, con risultati estremamente positivi» commenta l’assessore all’Ambiente Leyla Ciagà. Che, per la primavera 2018, annuncia una mappatura puntuale dell’amianto sugli edifici cittadini, utilizzando un mix di tecnologie. Un tradizionale sorvolo aereo sopra l’intero territorio comunale e, dove l’amianto risulta più presente o vicino ai luoghi sensibili (ad esempio le scuole), l’utilizzo dei droni, che consentono di indagare lo stato di salute del materiale, «riuscendo così a fare un elenco delle priorità di intervento, cosa che non era mai stata fatta nel nostro Comune» rimarca l’assessore all’Ambiente.

Una prima conta del numero degli edifici è già stata fatta dal Comune di Bergamo, nell’ambito di una convenzione biennale stipulata con Arpa, Ats e Regione Lombardia. Incrociando i database, gli edifici con presenza di amianto sono risultati 393, per gran parte di proprietà privata. È alle loro porte che il Comune dovrà bussare: «Non si invieranno lettere a tutti i proprietari – premette l’assessore Ciagà –. L’obiettivo è individuare le priorità, dove la situazione è più critica. In questi casi contatteremo la proprietà e chiederemo una verifica dello stato di conservazione dell’amianto. Sulla base di uno specifico calcolo che stabilisce le condizioni del materiale, si emetterà un’ordinanza per l’obbligo di bonifica entro 12 mesi. Se invece lo stato di conservazione non è critico, si procederà con un obbligo di verifica biennale o triennale».

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