Ancora allarme trasporti in Bergamasca
300 mila chilometri di corse a rischio

Il nuovo criterio di ripartizione dei fondi regionali alle Agenzie provinciali per la mobilità rischia di penalizzare Bergamo, con un taglio complessivo di 300 mila chilometri di corse.

È quanto emerso giovedì in Consiglio provinciale, dove il direttore dell’Agenzia del trasporto locale di Bergamo, Emilio Grassi, ha fatto il punto della situazione. In particolare si chiederebbero tagli sanguinosi – 900 mila chilometri – alle aree già flagellate, cioè le montagne, e potenziamenti – ulteriori 600 mila chilometri, forse impossibili – dove le corse non mancano, come in città. Risultato: 300 mila chilometri in meno. Alla base c’è una legge del 2012, in cui è previsto che la metodologia attraverso cui il Pirellone distribuisce risorse a livello locale non segua più una «via» storica, ma sia in funzione dei «fabbisogni di mobilità» e dei costi standard. Dopo quasi cinque anni di stand-by, la svolta è ora dietro l’angolo ed entro dicembre si deciderà l’applicazione dal 2018. Di fatto, i bacini delle province lombarde sono stati «ridisegnati» e i nuovi criteri suggerirebbero, per la Bergamasca, di aumentare di 605 mila chilometri le corse urbane e di tagliare di 931 mila chilometri quelle extraurbane.

«Molto penalizzante», ha definito quest’ipotesi il presidente della Provincia Matteo Rossi, ma l’assessore regionale alla Mobilità Alessandro Sorte spiega che «al momento non sussistono motivi di preoccupazione».

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