Archi storici e porte, incubo dei corrieri
C’è chi ha abbattuto un tesoro del 1400

Ci passo? E’ la domanda che i corrieri si fanno almeno una decina di volte al giorno alla guida dei loro furgoni, camion o bilici.

Quando di mezzo c’è un palo della luce, magari pure vecchiotto, si può anche tentare l’impossibile e «baciarlo». Al massimo ci si procura qualche graffietto sulla fiancata. Quando però ci si trova davanti una porta in pietra che ha qualche centinaio di anni il cuore inizia a pulsare. Martedì scorso a un autista che stava trasportando una gru non è andata bene. Abbiamo raccontato l’incidente in tutti i suoi particolari, trovate tutto a questo link. Non si tratta di un caso eccezionale. Nel giugno 2012, infatti, a urtare gli archi e a restare incastrato, è stato un ufficio prefabbricato, usato in un cantiere in piazza Mascheroni, trasportato sul cassone di un mezzo pesante. Il veicolo misurava quattro metri e dieci centimetri di altezza e, nonostante il divieto di passaggio per i mezzi superiori ai 3,5 metri di altezza, aveva cercato di passare. Risultato: gli spigoli del prefabbricato hanno sbattuto contro la volta in pietra, danneggiandola. Le ruote sono state sgonfiate per far abbassare il più possibile l’altezza e al camionista 80 euro di multa.

Nel febbraio 2005 è la volta di una betoniera, che urta Porta Sant’Agostino. Il conducente non si accorge dell’incidente e se ne va: verrà rintracciato qualche giorno dopo. La pietra urtata, tra la parte superiore del pilastro e la base dell’arco, si è spostata in avanti di qualche centimetro, rendendo necessario il sopralluogo dei tecnici del Comune. Anche in questo caso, come nel precedente e come martedì scorso, si è reso necessario chiudere l’accesso al traffico.

Il responsabile si era reso conto di quello che aveva combinato leggendo il giornale e quindi si era messo in contatto con il comando dei vigili di via Coghetti. Gli incidenti ai danni della Porta non si contano: nel 2009 un mezzo pesante era fuggito, rintracciato grazie a un motociclista che aveva annotato la targa.

Pochi mesi fa invece a Balbiana, frazione di Manerba (nel Bresciano) un corriere ha addirittura abbattuto un arco del 1400, simbolo della frazione. L’autista deve aver proprio calcolato male e con l’intenzione di passare oltre, l’ha demolito. E i residenti di Balbiana, a Manerba, si mettono le mani tra i capelli: «Quello che è capitato è un vero disastro», hanno spiegato al Giornale di Brescia. «Era la porta verso Desenzano della frazione, che un tempo ospitava monasteri, ed è stato eretto nel 1400. Oggi è ciò che contraddistingue Balbiana: un ristorante che si trova qui ne ha stampato l’immagine sui propri biglietti da visita, è meta di turisti, perché da lì si vede bene il lago. Si fotografano con l’arco e il Garda sullo sfondo». Niente manufatti storici distrutti, ma la foto ha comunque fatto il giro del web pochi mesi fa quando un furgone Renault di una azienda di corriere espresso è andato fuori strada a Sarnico nel corso della manovra di riavvio in retromarcia dell’automezzo.

Fortunatamente dopo una caduta di 2-3 metri, si è fermato a metà di un dirupo a circa sei-sette metri dall’abitazione sottostante. Secondo una prima ricostruzione dell’incidente al vaglio degli agenti della polizia locale, l’autista, un quarantacinquenne di origine senegalese residente a Chiuduno, ha provato a riavviare l’automezzo, che si era spento, in retro. «L’automezzo è ripartito – ha dichiarato l’autista – ma non sono più riuscito a governarlo e ha continuato la corsa a forte velocità. Ho cercato di frenare, ma non ci sono riuscito: i freni erano parzialmente bloccati».

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