Benvenuti nella Carrara sconosciuta
Viaggio tra le opere «nascoste»

Nei depositi della pinacoteca, dove vengono conservate le opere donate dai bergamaschi. La direttrice Rodeschini: «Un ricovero, un cantiere, anche un ospedale per quadri, cornici, stampe, porcellane».

Un museo nel museo. Entrare nei depositi dell’Accademia Carrara ai piani alti della Gamec, avere il privilegio di una visita guidata tra i tesori nascosti della pinacoteca, significa scoprire un mondo accessibile solo agli addetti ai lavori. Un viaggio tra le migliaia di opere che nelle sale riallestite dall’altro lato della piazza non hanno trovato spazio. Testimonianza tangibile della ricchezza di un patrimonio nato dalla passione, tutta bergamasca, per il collezionismo d’autore. Un flusso continuo, che ha attraversato i secoli per giungere sino a noi, prova ne sono le recenti donazioni al museo. Quadri e cornici, stampe e disegni, e ancora oggetti in peltro, porcellane, ventagli, mobili, calchi, medaglie e miniature, una vasta e preziosa raccolta di reperti d’arti minori.

«Questo è il luogo della conservazione. Un ricovero, un cantiere e anche un ospedale per le nostre opere – spiega la direttrice Maria Cristina Rodeschini alla delegazione in visita degli Amici della Carrara –. Le opere in attesa di restauro o che devono essere studiate vengono momentaneamente ospitate qui».

Il termometro segna quindici gradi, il tasso di umidità è tra il 50 e il 60%, in un angolo della sala è accesa una lampada dalla luce blu che ha il compito di neutralizzare tarli e insetti volanti, nemici acerrimi di carta, tele e cornici. Giovanni Valagussa apre una cassettiera e mostra agli «amici» guidati dalla presidente Flavia Conca la collezione di ventagli antichi, mentre il collega Paolo Plebani illustra ad alcune signore una deliziosa raccolta di ritratti miniaturizzati. Su un tavolo ci sono i disegni storici degli allievi dell’Accademia Carrara di Belle arti. Una parte dei quasi 800 saggi di fine anno conservati in Gamec. Una Madonna in terracotta porta i segni dei primi test per un intervento di pulitura. E due tele quattrocentesche sono pronte a entrare nelle casse da viaggio, destinazione Venaria Reale, dove saranno rimesse a nuovo sotto gli occhi degli allievi della scuola di restauro.

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