Bergamo, condotta antisindacale
Condannato gestore Mc Donald’s

Effepitre srl, che gestisce Mc Donald’s nel piazzale della stazione di Bergamo, condannata per condotta antisindacale. Il ricorso era stato presentato dalla Filcams-Cgil provinciale dopo uno sciopero.

Quella tenuta durante lo sciopero del 29 gennaio da parte della società Effepitre (che gestisce il ristorante Mc Donald’s nel piazzale della stazione di Bergamo) è stata una condotta antisindacale: lunedì 24 aprile lo ha decretato il Giudice del Tribunale di Bergamo. A presentare ricorso era stata la FILCAMS-CGIL di Bergamo convinta dell’antisindacalità del comportamento tenuto da Effepitre che aveva sostituito il personale in sciopero con dipendenti inquadrati contrattualmente in livelli superiori rispetto agli scioperanti, oltre che in forza presso diverse unità operative o provenienti da altre società.

«Abbiamo denunciato Effepitre perché da subito ci è sembrato che tenesse un atteggiamento tale da motivare una segnalazione alle autorità competenti» ha spiegato oggi Mario Colleoni, segretario generale della FILCAMS-CGIL di Bergamo che insieme al funzionario Francesco Pisciotta, ha seguito la vicenda. «I dipendenti comandati in sostituzione a chi scioperava non solo risultano essere inquadrati a un livello superiore ma hanno dovuto svolgere mansioni diverse rispetto a quelle dei lavoratori che hanno aderito allo sciopero. Con questa condanna viene ribadito con forza che l’azienda non può ledere alcuni diritti fondamentali dei lavoratori e che il legittimo interesse della società a tenere aperto il punto vendita non può cancellare il diritto dei lavoratori di scioperare per rivendicare il mancato rispetto di alcuni elementi fondamentali, quali il riconoscimento di adeguati inquadramenti e il rispetto degli orari di lavoro».

«In un momento storico in cui regna la frammentazione del lavoro e in cui assistiamo a una costante svalutazione del lavoro, con il conseguente impoverimento dei lavoratori, è necessario ribadire l’importanza di poter contare su un diritto del lavoro degno di questo nome, utile a garantire a tutti coloro che lavorano uguali diritti, uguali tutele e uguali doveri. Noi ci stiamo provando con la Carta dei Diritti Universali del lavoro» conclude Colleoni.

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