Bergamo, da aprile posta a giorni alterni
E meno portalettere in città e provincia

Poste Italiane a livello nazionale ha avviato una riorganizzazione che contempla un nuovo modello di recapito della posta, vale a dire la distribuzione a giorni lavorativi alterni.

Funziona così: la consegna sarà effettuata il lunedì, mercoledì e venerdì in una settimana e il martedì e giovedì di quella successiva.

Dopo una prima fase di sperimentazione della nuova modalità in alcuni piccoli Comuni del Pavese e del Bresciano, a partire dal 4 aprile il servizio prenderà piede - gradualmente - in tutte le province lombarde, escluse l’area metropolitana di Milano e Monza (a livello nazionale i Comuni interessati sono circa 5 mila). E in testa - insieme a Pavia - c’è Bergamo, dove la riorganizzazione si completerà entro il 2 maggio. Ma niente allarmismi: gli standard di qualità dei servizi «prioritari», vedi alcuni tipi di raccomandata e la consegna dei giornali, saranno garantiti. Sarà la posta ordinaria (quella per intenderci la cui consegna deve essere garantita nell’arco di quattro giorni) ad essere interessata dalla riorganizzazione.

Questo perché il numero di postini sarà tagliato. Nella fattispecie nella nostra provincia ci sarà una riduzione di 132 portalettere, che saranno ricollocati all’interno di Poste Italiane, ad esempio negli uffici postali. In città, su un totale di 81 postini, i «tagli» saranno 22. Mentre ad esempio ad Albino, che serve il circondario della bassa Val Seriana, su 41 postini ad oggi in servizio ne rimarranno 30.

Il tutto fa parte di un piano industriale che ha l’obiettivo di abbattere i costi di un servizio che, complice il sempre maggior utilizzo di strumenti come la posta elettronica, registra un calo del giro d’affari. Ma, come si legge nella relazione finanziaria 2015 di Poste Italiane, la trasformazione del servizio postale prevede anche «una nuova offerta di servizi, più articolata e flessibile». Oltre al «postino plus», che avrà il compito di occuparsi del territorio scoperto nei giorni in cui non è prevista la consegna.

Ma di tutto questo, i sindacati cosa dicono? «Prevediamo grossi disagi per i cittadini » commentano Cgil e Uil. Di diverso avviso la Slp-Cisl (oltre ai tre sindacati confederali, al tavolo delle trattative siedono anche Failp-Cisal, Sailp-Confsal e Ugl), che, per bocca del segretario generale regionale Giuseppe Marinaccio, spiega: «Condividiamo la riorganizzazione, ma se l’azienda non garantirà gli impegni sottoscritti, ne sospenderemo l’implementazione».

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