La nostra città sul New York Times
Il Pulitzer Jane Smiley parla di Bergamo

Non solo la passerella di Christo. Il New York Times viene direttamente a Bergamo e, in visita alla nostra città, pubblica un bellissimo articolo scritto da Jane Smiley, premio Pulitzer nel 1992. Con un consiglio? Giugno è un ottimo periodo per vivere Città Alta.

Un articolo molto approfondito della scrittrice americana che già aveva definito Bergamo come il luogo più bello al mondo. E in questo caso contesta la visita «mordi e fuggi»: «Quando abbiamo deciso di venire a Bergamo, avevamo l’intenzione di rimanerci per un giorno o due: una parte di un mini tour del nord Italia, prima di visitare amici sul Lago di Como. Ma una volta arrivati ​​qui, non siamo riusciti ad andarcene».

E aggiunge: «Bergamo si trova esattamente dove le verdi e rigogliose pianure ben irrigate del Nord Italia incontrano le Alpi... La città murata originale, si affaccia su una profonda valle ricca di alberi da frutto, erba e aiuole» scrive la giornalista che racconta della natura che avvolge Bergamo, la sua storia e anche il suo cibo, soffermandosi sulla bellezza dei fiori, del panorama che si gode dall’alto, i colori delle «ortensie trovate al Pianone, le più belle mai viste con i fiori dalle molte sfumature rosa, viola intenso e blu - e la Smiley scrive -. Ci siamo chiesti: guardiamo questi magnifici fiori o la magnifica vista?». E sicuramente la scrittrice è un appassionato di botanica: «Ogni mattina siamo andati a piedi dal nostro albergo oltre il giardino botanico, sulla collina,entrando poi in Città Alta da nord-est attraverso Porta Sant’Alessandro».

L’articolo è lungo e ben approfondito con informazioni storiche su Bergamo e sulla sua espansione, soffermandosi in particolare sul ruolo della Repubblica di Venezia, fino ai giorni nostri. Non mancano le informazioni su Bergamo Bassa: «Una città commerciale e industriale, moderna e piena di negozi, automobili, ristoranti, viali e alberi» scrive, con un passaggio anche su Oriocenter e il suo ruolo commerciale. Ma lo shopping Jane Smiley l’ha fatto in Città Alta: «Ho acquistato un abito di lino e della lavanda» in un negozio con «lozioni, saponi, profumi, piccole bambole: è stato il profumo fuori dalla porta mentre passavo che mi ha attirato».

E il New York Times parla anche dei «musei, chiese, piazze e strade strette misteriose». Dalla Basilica di Santa Maria Maggiore al Teatro Gaetano Donizetti e il suo festival, dall’Accademia Carrara al Palazzo della Ragione: «Cesti di petunie rosa erano appesi al parapetto, in Piazza Vecchia».

Ma il luogo preferito di questo premio Pulitzer è stato il «Museo Storico di Bergamo», con la Rocca, mentre in città bassa la Gamec: «Sembra un po’ come un edificio moderno, ma era in origine un convento e ha una collezione ampia e variegata». Non è mancata neppure la gita fuori porta, a San Pellegrino Terme, alla scoperta del famoso stabilimento dell’acqua, decisamente molto amata negli Stati Uniti, e verso lo storico Grand Hotel. Un atmosfera che la scrittrice ha definito «sbiadita», «tragica», nel contrasto« tra la città e le montagne, tra il verde dei giardini e il blu del cielo», con un ritorno veloce a Bergamo

Ma è Bergamo che ha fatto innamorare questa giornalista che ben conosce la città: «Le sue piazze, i negozi, i musei, i bistrot e le pasticcerie sono vivaci e amichevole (per non parlare delle delizie) - scrive - . Belli i giardini e la luce di questi giorni di giugno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA