Bergamo, il 25 aprile in piazza - Foto/video
Gori sul palco: «L’Europa in pericolo»

In migliaia in per il 25 aprile a Bergamo. Tante manifestazioni e celebrazioni anche nel resto della provincia. Il sindaco di Bergamo ha partecipato con la bandiera dell’Europa e sul palco ha spiegato le motivazioni del suo gesto.

La Festa della Liberazione a Bergamo è iniziata al cimitero civico, campo dei Caduti per la Libertà, celebrazione della Messa e deposizione delle corone d’alloro, ai Portici di Ponente, è stata scoperta della lapide in memoria dei cittadini bergamaschi martiri, partigiani che hanno perso la vita tra il 1943-45. Alle 9,15 al Parco delle Rimembrenze della Rocca, piazzale Brigata Legnano, cerimonia di commemorazione e deposizione delle corone d’alloro alle lapidi che ricordano i Caduti per la Libertà e i caduti nei campi di concentramento e al monumento ai caduti della Divisione Legnano e dell’Esercito di Liberazione italiano 1943-1945. Poco dopo le 10 il corteo è partito dalla stazione ferroviaria per dirigersi in Piazza Vittorio Veneto dove da poco sono iniziati gli interventi sul palco.

Davanti al corteo gli esponenti del Comitato Bergamasco Antifascista. Poi le autorità, dal sindaco Giorgio Gori, il presidente della Provincia Matteo Rossi, il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ,il deputato Antonio Misiani, l’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni, Marzia Marchesi, presidente del Consiglio Comunale, i deputati Elena Carnevale e Giovanni Sanga, Pasquale Gandolfi e Marco Brembilla. Roberto Bruni, consigliere regionale ed ex sindaco di Bergamo esponenti dei sindacati.Carlo Salvioni presidente dell’Anpi provinciale.Il lungo serpentone è chiuso come tradizione dalla sinistra radicale e dei centri sociali.

Nel corso del corteo il sindaco Giorgio Gori ha portato una bandiera blu dell’Europa e sul palco nel discorso ha spiegato il suo gesto: «Oggi ho partecipato al corteo portando la bandiera blu dell’Europa. Il perché è semplice: perché oggi l’Europa è in pericolo, e noi la dobbiamo difendere e rilanciare. Proprio perché la pace in Europa è l’eredità più preziosa consegnataci dalla Liberazione. Da lì, dall’unione delle forze contro il nazifascismo ha preso avvio il progetto europeo, la cosa più importante che i nostri padri sono stati capaci di costruire. L’integrazione europea è oggi messa a repentaglio da chi predica il verbo del sovranismo, che altro non è che il nazionalismo resuscitato, un ritorno al passato, un gigantesco passo indietro.

Dazi, barriere, da cui derivano ritorsioni e conflitti. E’ storia già vista, storia dei secoli passati, che ci ha regalato eventi catastrofici e milioni di morti. E’ una storia che i giovani non hanno vissuto e che molti hanno dimenticato. Per questo il 25 aprile mi è sembrato giusto sventolare la bandiera blu dell’Unione europea. Perché “Senza Europa – come ci ha ricordato in questi giorni Emma Bonino – siamo 28 staterelli alla deriva”, senza nessuna possibilità di confrontarci alla pari con giganti come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, l’India.Ma soprattutto perché senza un’Europa unita la pace non è garantita». Durante il discorso il primo cittadino è stato contestato da un piccolo gruppo di giovani con dei fischietti.

Sul palco anche ha preso la parola anche Matteo Rossi presidente della provincia : «Liberiamoci dalla chiusa e dall’odio dobbiamo rimanere insieme uniti ma diversi come nella resistenza».

Ha preso la parola anche paolo Berizzi, giornalista di Repubblica che nelle scorse settimane aveva ricevuto minacce da gruppi neofascisti e che dal palco ha chiesto al sindaco di togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini.

Dopo i discorsi il corteo ha attraversa largo Gavazzeni, via Bianco e via Camozzi per terminare in via Pignolo dove ha reso omaggio alla lapide di Ferruccio Dell’Orto, mentre in piazza Vittorio Veneto, sono continuati i canti della Resistenza eseguiti dal coro «Pane e Guerra».

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