Bergamo pensa all’area B stile Milano
«Ma al momento non si può realizzare»

Allo studio però una «low emission zone» allargata, una zona a bassa emissione di smog, con zone a traffico limitato e Zone 30.

L’area B a Bergamo? Non si può fare. Almeno non alle condizioni attuali, non senza aver fatto investimenti strutturali sulla mobilità. È il giudizio dei professionisti dello studio Trt di Milano, incaricati dal Comune di Bergamo, tramite Atb, della redazione del documento di pianificazione della mobilità sostenibile, il Pums. È lo stesso Stefano Zenoni, assessore alla Mobilità, a non nascondere di avere sottoposto il tema. «L’abbiamo chiesto – dice –. Ma Bergamo non è Milano, dove da oltre 10 anni si sta lavorando sul tema, partendo dall’area C e ancora l’area B. I professionisti hanno detto che non ci sono le condizioni a Bergamo, prima è necessario fare degli investimenti, quello che abbiamo raccontato con il Pums».

Nel Pums, c’è però la sigla «Lez» che sta per «low emission zone», una sorta di isola anti-smog. «Non è da equiparare all’introduzione della zona B o C di Milano, che si può definire come forma spinta di Lez – chiarisce l’assessore –. Quando parliamo di “low emission zone” parliamo dell’intera città, data la dimensione ridotta, di appena 40 km quadrati. L’obiettivo è intervenire con diversi strumenti, dalle zone a traffico limitato alle Zone 30».

Nel Pums c’è un capitolo dedicato anche al trasporto merci, tema caldo soprattutto in Città Alta, dove lo spazio vitale (soprattutto per i pedoni) è davvero risicato. La proposta è l’introduzione, nel medio periodo, di «un sistema di accreditamento dei veicoli per accesso e carico/scarico delle merci sia in Città Alta sia nel centro storico di città bassa, sulla base ad esempio della tipologia di mezzo, non inquinante – spiega l’assessore Zenoni –. Tra gli obiettivi, la definizione di nuovi orari di accesso alle Ztl per la consegna merci, differenziati tra Città Alta e resto della città, e tra aderenti o non aderenti all’accordo». Per gli operatori del trasporto merci che non si accreditano, è stato pensato un «pass oneroso» (a pagamento), per l’accesso e il transito nel centro storico.

Il documento rispolvera anche un vecchio progetto. «Un hub di conferimento e smistamento delle merci, non solo su Città Alta, ma anche sulla parte più storica di città bassa, per rendere meno impattanti le consegne», spiega Zenoni. Che vola in Europa con l’idea di introdurre «le pack stations, dei grandi lockers (armadietti, ndr) dove ritirare i pacchi previa prenotazione, già realtà in alcune capitali europee».

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