Bergamo per Aleppo
Città Alta si accende di candele
Bergamo si ferma quindi per Aleppo e per una strage che il mondo sta vivendo con grande dolore. Dopo le tante immagini e i video che arrivano nelle case dei bergamaschi, anche la nostra città vuole riflettere ancora una volta sui tanti morti e il tanto dolore che sta insanguinando la Siria e in particolare la città di Aleppo.
Proprio nella mattinata di martedì 21 dicembre la tv di Stato siriana ha annunciato che l’evacuazione di civili e miliziani da Aleppo est è ripresa dopo lo stallo che si era registrato. Anche fonti delle opposizioni armate confermano il raggiungimento di un accordo per sbloccare la situazione che ha causato continui morti tra i civili.
#Bergamo per #Aleppo: venerdì alle 17.30 manifestazione davanti al Comune. Sabato dalle 19.00 alle 19.30 Città Alta illuminata dalle candele pic.twitter.com/PrWxKtnZak
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) 21 dicembre 2016
Per riflettere sulla strage di Aleppo e per dire no alla continua violenza in atto,venerdì alle 17.30 manifestazione davanti al Comune di Bergamo. Sabato dalle 19 alle 19.30 Città Alta spegnerà le sue luci e sarà illuminata dalle candele.
«Dopo cinque anni di guerra, con un bilancio spaventoso in termini di vite umane, di profughi e di distruzioni, con bombardamenti che hanno preso di mira persino gli ospedali, il conflitto siriano è ancora ben lontano da una soluzione. Non possiamo più tacere. Già il fatto che la comunità internazionale abbia assistito per anni impotente a questo massacro interpella le nostre coscienze» spiega il Tavolo della Pace di Bergamo, che ha indetto proprio il presidio a Palazzo Frizzoni volto «a sensibilizzare per quanto possibile la popolazione su una vicenda spesso ignorata o relegata ai margini dai media», proponendo a «tutte le associazioni e istituzioni cittadine interessate alla questione Siria – e più in generale al tema della pace – di partecipare a un lavoro di confronto e approfondimento sul tema della crisi del movimento per la pace, che si interroghi sul perché di un silenzio durato anni e su cosa significa per noi oggi parlare di pace alla luce di una situazione geopolitica in rapido, continuo e spesso imprevedibile movimento».
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