Bergamo riabbraccia 363 suoi figli
Urne benedette dal Vescovo al cimitero

Tornate da Firenze, Padova , Ferrara, Bologna, Copparo, Gemona, Serravalle, Trecate e Genova. La benedizione e la preghiera del Vescovo sul piazzale del cimitero: «Dio aumenti in noi la fede e la speranza»

C’è un raggio del sole che tramonta che abbraccia quelle urne. Sono le ceneri di 363 uomini e donne, nonni, nonne, zie, madri, padri e figli tornati in quella Bergamo che ha visto partire le loro bare a bordo di lunghi convogli di camion militari. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo, che probabilmente ritroveremo sui libri di storia e che ha dato come mai il senso di questa enorme tragedia.

Sono tornate in una bellissima serata di primavera, in silenzio, a bordo di tre furgoni dei carabinieri che le hanno recuperato in mezza Italia e che procedono lenti lungo viale Pirovano. Il piazzale del cimitero è vuoto, maestoso nelle architetture del famedio, con quei corpi laterali che sembrano voler abbracciare tutti. Una città, una terra che stringe quei figli che tornano da Trecate, Serravalle Scrivia, Genova, Firenze, Padova, Gemona del Friuli, Copparo, Ferrara e Bologna. Città che le hanno accolte per un ultimo gesto di vicinanza, di pietà, mettendo a disposizione gli impianti per la cremazione. E accogliendoli come fratelli di una battaglia che tutto il Paese sta combattendo.

Il debutto del neoprefetto

Il vescovo Francesco Beschi benedice le 363 urne cinerarie, alla vigilia del triduo pasquale: una presenza che ha ancora più significato in questa settimana santa che sembra quasi cominciare qui i suoi riti, in questo piazzale vuoto fuori dal cimitero, pochi minuti dopo le 18,30.

«In questo luogo deponiamo le ceneri dei nostri defunti, certi che quando Cristo tornerà nella gloria li risusciterà per una vita immortale» prega il vescovo. Alla sua destra ci sono il neoprefetto Enrico Ricci, insediatosi in Via Tasso da poche ore e alla sua prima uscita ufficiale, il sindaco Giorgio Gori con fascia tricolore, il questore Maurizio Auriemma, il comandante provinciale dei carabinieri Paolo Storoni, quella della polizia locale Gabriella Messina e l’assessore ai Servizi cimiteriali, Giacomo Angeloni.

Un «Eterno riposo» sussurrato

«Perché cercate tra morti colui che è vivo?», la speranza arriva dal brano del Vangelo di Luca che precede un «Eterno riposo» quasi sussurrato dietro le mascherine dai presenti e la preghiera del Vescovo: «O Dio, mentre accogliamo le ceneri dei nostri fratelli e sorelle, aumenta in noi la fede e la speranza di ritrovarli un giorno, non più in questo luogo di morti, ma viventi in eterno con Gesù Cristo tuo figlio».

Poi torna il silenzio in questo pezzo di città senza traffico e dove fai persino fatica a sentire i rumori della circonvallazione che lambisce il camposanto. I furgoni dei carabinieri varcano i cancelli ed entrano: sono 149 le urne che restano a Bergamo (nel pomeriggio in Comune saranno attivi i due numeri telefonici 035/399.514 e 035/399.179 dove i congiunti potranno richiedere informazioni sui loro cari), mentre 104 torneranno a Ponte San Pietro e 110 a Seriate, da dove era cominciato il loro ultimo viaggio e dove verranno riconsegnate ai familiari. A Bergamo erano rientrate già 150 urne nelle scorse settimane, ne mancano ancora 200. Torneranno tutte, per un ultimo abbraccio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA