Bergamo, trasformazioni per 150 milioni
Come cambierà la città? Prima/dopo

Centocinquanta milioni di euro - tutti a carico dei privati - stanno per sbloccarsi e trasformare i volti di alcuni quartieri cittadini. Dove per ora ci sono solo le macerie delle demolizioni, da ottobre-novembre, in almeno due casi, ripartiranno le ruspe.

Si tratta dell’ex Cesalpinia e di Redona Centro, programmi integrati d’intervento rimasti in sospeso da anni che, grazie alle varianti alla convenzioni in essere che entro l’estate arriveranno in Consiglio comunale per l’approvazione, saranno completati, seppur in una versione rivista rispetto alle origini. Ed è proprio questo, secondo l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini, il «segreto» della ripartenza: «La proposta di modelli nuovi d’intervento da parte degli operatori, con tipologie diverse di trasformazioni, ha permesso alle situazioni di sbloccarsi».

Come cambieranno queste tre aree? Clicca sulle foto.

Per Redona Centro si parla di un taglio di volumetrie di 2.500 metri cubi: si passa da 42.500 a 40 mila metri cubi, divisi in due lotti. «Ci sarà una gradualità d’investimento (in tutto 25 milioni di euro a carico della società privata Vallalta), per cui si partirà da un primo nucleo residenziale (circa un terzo dell’edificabilità prevista), con due palazzine con al piano terra uffici e commercio», spiega Valesini che mette a fuoco anche il valore «pubblico»: «Ci sarà la pedonalizzazione di una parte di via Leone XIII che rappresenterà una “cucitura” tra l’area ex Pirelli e il parco di Redona, con l’obiettivo di dare una nuova centralità del quartiere».

Sul versante ex Cesalpinia, la riduzione è stata di 2 mila metri cubi, passando da 68 mila a 66 mila (è il totale dei tre lotti, ndr). Qui la proposta innovativa (nata dalla partnership tra Immobiliare Percassi e la Domitys, del gruppo francese Aegide, per un investimento di circa 25 milioni di euro) saranno «due torri» - due edifici di nove piani ciascuno a riempire il vuoto lasciato anni fa dalla demolizione della vecchia fabbrica - destinate a persone anziane autosufficienti e collegate da una piastra con negozi, ristorante, palestra e servizi.

A completare il quadro «Chorus Life», il piano ideato dal patron della Gewiss Domenico Bosatelli, sulle aree dell’ex Ote (70 mila metri quadri l’area dismessa vera e propria, che salgono a 150 mila se si considera la zona intera d’intervento), per un investimento di 100 milioni di euro. Qui i tempi si allungano: l’orizzonte per la conclusione delle opere (che prevedono un’edificabilità di 43 mila metri quadri, di cui 30 mila per residenze, terziario e commerciale; 10 mila per un nuovo palazzetto dello sport multifunzionale e 3 mila per una palestra comunale) è il 2020, anche se la bonifica potrebbe partire già entro quest’anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA