Bossetti, in aula l’informatico della difesa
«I telefonini e la sera della scomparsa»

Il primo a deporre in aula il 15 aprile è stato il consulente della difesa Luigi Nicotera, perito informatico che lavora, tra l’altro, per il Tribunale di Padova.

L’esperto ha illustrato le sue analisi sui cellulari di Yara Gambirasio e Massimo Bossetti, nel corso delle quali si è cercato – tramite le celle telefoniche – di stabilire se fosse possibile individuare la posizione geografica dei due terminali la sera della scomparsa della ragazzina (26 novembre 2010) tra le 17,30 e le 18,55. Nicotera ha evidenziato che una cella telefonica più raggiungere un’ampiezza notevole, fino a 5 chilometri quadrati, e che per questo non è possibile avere la posizione esatta di un telefonino, ma solo stabilire un’area dove probabilmente si trova.

Nel dettaglio, secondo il consulente, alle 17,45 il cellulare di Bossetti risultava collegato alla cella di Mapello (via Natta, settore 3) e che quello di Yara alle 18,49 era agganciato alla stessa cella (ma nel settore 1): erano dunque nello stesso posto? Secondo il perito non è possibile stabilirlo proprio per l’ampiezza della cella.

Altre informazioni riguardano il modo in cui Bossetti usava il telefonino: tra il 2010 e il 2011 secondo il consulente il muratore ha telefonato sempre alle stesse persone e con la stessa frequenza, nessuna anomalia dunque e nessun cambio di abitudini nel periodo successivo alla sparizione della ragazzina.

Nel pomeriggio è attesa la testimonianza del figlio di Bossetti, «importante per tratteggiare la figura del padre» ha spiegato l’avvocato Claudio Salvagni, il quale ha precisato che la deposizione «avverrà con tutte le cautele del caso». Oggi sempre la difesa dovrebbe chiedere una perizia sul Dna trovato sul corpo della ragazza che, secondo l’accusa, appartiene a Massimo Bossetti.

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