«A Brescia la terza ondata Covid»
Ecco che cosa prevedono le restrizioni

Zona arancione rafforzata a Brescia e dintorni: la misura sarà presa da Regione Lombardia d’intesa con il governo. Scatterà dalle 18 di martedì 23 febbraio.

Chiusura delle scuole elementari, dell’infanzia e dei nidi. Divieto di recarsi presso le seconde case, utilizzo dello smart working obbligatorio nei casi in cui è possibile. Oltre a obbligo a indossare mascherine chirurgiche sui mezzi pubblici e chiusura delle attività universitarie in presenza. E una nuova rimodulazione del programma di vaccinazioni mantenendo quelle per gli «over 80» e per le categorie inserite nella «Fase 1 bis». E uso della strategia vaccinale come strumento di contenimento della diffusione concentrandosi sui comuni più critici.

Sono queste le nuove misure di contenimento del virus previste dall’ordinanza che il presidente di Regione Lombardia emanerà oggi per tutta la provincia di Brescia e nei Comuni di Viadanica, Predore, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso (in provincia di Bergamo) e Soncino (in provincia di Cremona) inserite in una zona arancione «rafforzata».

«La decisione è stata presa dopo aver consultato la nostra Commissione dati, composta dai rappresentanti del mondo scientifico e in accordo con il Ministero». Lo ha riferito nell’Aula del Consiglio regionale la vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti che ha anche aggiunto: «Inoltre abbiamo deciso - ha continuato - una rimodulazione della strategia vaccinale come strumento prioritario del contenimento del contagio in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose o il posticipo di sei mesi per la sua somministrazione. Un’eventuale risposta positiva ci permetterebbe di avere maggiore disponibilità del vaccino che ad oggi è misura scarsa».

«Regione Lombardia - ha sottolineato Moratti - sta attuando un’attenta sorveglianza sanitaria per intervenire in modo circoscritto e preventivo sulle aree che oggi appaiono critiche, anche a causa delle varianti che si stanno diffondendo con rapidità. La strategia viene messa in campo al fine di consentire, allo stesso tempo, a quelle aree non interessate da un’accelerazione del contagio, di proseguire le normali attività».

«Verranno infine concentrate nei limiti del possibile e delle linee guida del Ministero - ha concluso la vicepresidente - le attività di vaccinazione in particolare partendo dai Comuni al confine tra la provincia di Brescia e Bergamo con presenza importante di focolaio di contagio legato alle varianti e alla situazione di tensione legata alla saturazione delle terapie intensive locali».

«Parte da stasera alle ore 18» l’ordinanza lombarda che istituisce una «zona arancione rafforzata» nella provincia di Brescia, in 8 comuni del Bergamasco e a Soncino (Cremona). Lo ha dichiarato la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, a margine dei lavori in Consiglio regionale, dove è intervenuta per comunicazioni relative alla situazione epidemiologica.

Moratti riferisce che le scuole resteranno chiuse «da domani» mentre «la rimodulazione della strategia vaccinale inizierà giovedì», precisando che la Regione ha «bisogno di almeno un giorno per andare a individuare in maniera più puntuale i punti vaccinali e prioritariamente dove intervenire».

«A Brescia esiste una terza ondata. Dobbiamo intervenire immediatamente» ha detto il responsabile della campagna di vaccinazione anti-Covid della Lombardia, Guido Bertolaso, intervenendo nell’Aula del Consiglio regionale.

«La provincia di Brescia – ha continuato – ha un’incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto al resto delle province lombarde. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile - rispetto all’anno scorso - in tutto il territorio regionale, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Questo è il punto che va aggredito immediatamente. Il problema principale, soprattutto in questa provincia, è legato alla circolazione della variante inglese e che ha fatto aumentare di parecchio i ricoveri in ospedale e soprattutto nei reparti di rianimazione. È stato elevato il livello di attenzione da 3 a 4, perché le terapie intensive sono già sotto stress e per questo Areu sta già trasferendo pazienti nelle aree limitrofe».

«Passeremo - ha proseguito Bertolaso - da una logica di “riduzione del danno” a quella di “sanità pubblica”. Non possono bastare soltanto i provvedimenti sulla circolazione, bisogna utilizzare tutte le armi a disposizione. E l’arma più efficace è il vaccino. Inizieremo dunque a vaccinare nei territori maggiormente colpiti con l’obiettivo di diminuire fortemente i casi e conseguentemente il livello di ospedalizzazione».

«Partiremo giovedì - ha spiegato ancora - dalla provincia di Bergamo, dai territori di confine con la provincia di Brescia per poi spostarci nelle altre aree del bresciano. Ed allungheremo i tempi tra la prima e la seconda vaccinazione». Sulle vaccinazioni agli over 80, Bertolaso ha evidenziato che «non si ridurrà nemmeno di una unità la somministrazione dei vaccini».

Qui l’intervento del vice presidente Letizia Moratti in Consiglio regionale della Lombardia.

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