Santa Lucia, buona «lunga notte». In Bergamasca la carica delle 5mila letterine, perchè i sogni sono più forti del Covid

In via XX Settembre la coda dei bambini tra attesa e desideri. Una mamma: «Grazie per la salute, non è scontata». Buona lunga notte, tra sogni e la meraviglia dei più piccoli.

La teca con la Santa da qualche anno è al centro della chiesina di via XX Settembre. La consegna delle letterine è una tradizione che si ripete nonostante i tempi che cambiano, portando con sé attese, aspettative e buoni propositi. Le code da metà novembre davanti alla chiesa della Beata Vergine dello Spasimo annunciano l’arrivo, ormai imminente, di una pioggia di doni. Alla fine saranno oltre 5mila quelle che i bambini della provincia di Bergamo affideranno direttamente a Santa Lucia, con la speranza di vedere esauditi i loro desideri nella lunga notte di Santa Lucia.

Nelle richieste dei bambini c’è il riflesso di un mondo che cambia e che quest’anno sembra aver preso la strada di un ritorno alla normalità, come se anche i più piccoli sentissero il desiderio, prima ancora che di ricevere un regalo, di un ritorno a un passato che loro, in fondo, neppure conoscono. Il Covid entrato prepotentemente l’anno scorso nelle vite di ognuno, e pure nelle lettere indirizzate a Santa Lucia, quest’anno - almeno nelle intenzioni dei bambini - è spazzato via dai sogni. Tanti giocattoli tradizionali (bambole, libri, pastelli e giochi in scatola), qualche apparecchio informatico, molti dolci e persino qualche «carta ricaricabile»: eccoli i desideri dei piccini. Tanti disegni, qualche lavoro di classe, persino un «kit antistress», e poi il desiderio della piccola Elisabetta: «Ti voglio bene, Santa Lucia, porta però del cibo ai bambini poveri e anche qualche giocattolo». Chi, come Pietro, ancora non sa scrivere, ha scelto un collage di ritagli di giornale per comunicare alla Santa i suoi desideri, mentre il piccolo Leonardo le scrive: «Io penso che tu sappia già chi sono io, ma se esisti davvero, potresti scrivere una parola sul foglio che ti lascerò?». E ancora: «La mia camera da letto, adesso, è al piano di sopra», scrive Tobia, nel caso la Santa si perdesse per casa. Quest’anno il 13 dicembre cadrà di lunedì, giornata di scuola, e così qualcuno ci prova: «Santa Lucia, potresti arrivare un giorno prima, così è domenica e possiamo giocare?».

«Un tempo – dice monsignor Gianni Carzaniga, parroco di Sant’Alessandro in Colonna, cui fa parte la chiesa di via XX Settembre –, si leggevano molti buoni propositi, oggi se ne vedono di meno. L’anno scorso è stato diverso da tutti gli altri; dalle letterine si notava un atteggiamento diverso: qualcuno supplicava la Santa perché portasse via il Covid, altri erano arrabbiati, altri ancora dispiaciuti per la perdita dei nonni o di una persona cara».

E poi c’è la lettera di Cinzia, che non è più una bambina: «Scrivo per ringraziarti – dice –, per la mia famiglia, i miei amici, i colleghi e i miei compagni di viaggio. Ma anche per la salute, che non è mai una cosa scontata, soprattutto di questi tempi. La fatica e il dolore di questi anni rendono tutto più difficile e solo l’amore ci dà la forza per continuare».

Un pensiero affidato alla Santa, insieme alle tante richieste dei bambini. «Questo mondo incantato, quasi fiabesco, parla a tutti, anche agli adulti, e questo fatto ogni tanto mi impressiona – dice ancora monsignor Carzaniga –. Da cristiano penso che sarebbe bello pensare che il dono più grande è la nascita di Gesù e che anche i regali di Santa Lucia possano rappresentare il segno della Grazia del Signore, di cui proprio Lucia fu testimone con il suo martirio». Come ogni anno le letterine con i desideri dei più piccoli - che saranno ricompensati questa notte - verranno conservate e aperte una per una. «Molte di queste – conclude il parroco – contengono richieste di preghiere, e nessuna sarà dimenticata». L’augurio è quello di una lunga notte ricca di magia, stupore e meraviglia. Per grandi e piccini.

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