«Caos vaccini, consegnato uno su quattro»
Cisl e Cgil: serve sveltire gli ordini

L’allarme della Cisl Bergamo: «Così, la copertura del 75% prevista non sarà mai raggiunta». La Cgil: serve una riorganizzazione della distribuzione, vaccinarsi è una corsa ad ostacoli.

«Il piano vaccinale è un fallimento: siamo in ritardo di almeno un mese e, anche oggi, i medici di base sono costretti a rinviare appuntamenti presi anche un mese fa. Il motivo, parrà strano, è che mancano i vaccini...». Cisl Bergamo, per voce di Mario Gatti, segretario provinciale del sindacato confederale, e Caterina Delasa, segretaria generale di Fnp, denuncia la situazione critica del piano vaccinale a Bergamo. Cisl e la categoria dei Pensionati di via Carnovali raccolgono da settimane le lamentele di moltissimi cittadini: non sono pochi i medici di base che espongono cartelli per scusarsi o per incolpare Ats e Regione del mancato reperimento delle dosi sufficienti per il fabbisogno di ogni ambulatorio. In uno studio di centro città, venerdì erano prenotati 30 anziani, ma solo 7 vaccini erano stati consegnati, e questa situazione si ritrova praticamente in ogni zona.

«In questo modo il target del 75% di copertura per gli over 65 non sarà mai raggiunto, e ancora non è partita la campagna di vaccinazione per minori...» spiega. La Lombardia è sotto la media nazionale nella copertura vaccinale della popolazione anziana. E Bergamo non fa eccezione. I vaccini antinfluenzali non ci sono, arriveranno solo in un secondo momento (dopo che sarà terminata la campagna tra i soggetti considerati a rischio) e saranno pochi. Si consideri che gli anni scorsi ogni farmacia aveva dai 50 ai 150 vaccini che distribuiva alla popolazione che non aveva diritto a farlo gratuitamente, quest’anno si prevede che ne arriveranno appena tra i 10 e i 15.

Eppure, mai come quest’anno è importante vaccinarsi considerata la similarità tra i sintomi dell’influenza stagionale e il Covid-19: «Il rischio della sovrapposizione delle due sindromi mette a rischio la tenuta del sistema che in Lombardia è già fortemente sotto pressione e che a Bergamo ancora paga lo stress organizzativo dei mesi scorsi» spiega l’organizzazione dei lavoratori.

«La Lombardia non può permettersi il fallimento della campagna di vaccinazione antinfluenzale, soprattutto in un anno come questo – dicono i due sindacalisti -. Ats deve fare in modo che Regione Lombardia intervenga al più presto per sveltire il processo di consegna».  

Sul tema così importante in queste settimane interviene anche la Cgil: «Nelle diverse sedi dello Spi-Cgil della provincia di Bergamo continuano ad arrivare richieste di informazioni e lamentele sulla gestione della campagna vaccinale antinfluenzale».

«Pensavamo di non dover intervenire ancora sulla campagna vaccinale, ma ci eravamo illusi. In un momento in cui ritorna la paura e l’ansia per questa pandemia, in un territorio che ha ben presente la strage di questa primavera, l’ordine del giorno delle discussioni è la campagna vaccinale antinfluenzale e l’insufficienza delle dosi - spiega Augusta Passera, segretaria generale dello Spi-Cgil di Bergamo -. Continuiamo a ricevere richieste di chiarimenti e lamentele: chi ci chiama è preoccupato, indignato e arrabbiato perché non sa come, quando e dove prenotare il proprio vaccino e spesso si sente rispondere di non continuare a telefonare».

«In piena emergenza pandemica sembra che vaccinarsi per gli anziani sia un’autentica corsa ad ostacoli con l’aggiunta spesso di una beffa. Dopo aver dato ai medici di base un numero di dosi di vaccino ampiamente insufficiente, pur avendole pagate molto più di altre regioni che hanno agito per tempo e oculatamente, le autorità sanitarie non hanno fatto alcuna programmazione che permettesse una campagna chiara e uniforme e questo sta minando fortemente l’efficacia stessa dell’intervento preventivo».

«Sarebbe, invece, stata utile una modalità organizzativa che mettesse tutti nelle stesse condizioni senza far sentire fortunato chi ha un medico di base che ha risolto al meglio il problema dei propri pazienti e sfortunato chi non è ancora riuscito ad ottenere il vaccino. Un’organizzazione che tenga conto delle vere priorità mediche e che permetta a tutti di accedere alla vaccinazione con le stesse modalità non solo sarebbe equa, chiara ed efficace, ma avrebbe anche il pregio di farci trovare pronti organizzativamente per la prossima e, speriamo, vicina campagna vaccinale contro il Covid-19».

«Tra l’altro, anche chi ha provveduto privatamente pagandosi il vaccino di tasca propria si è trovato di fronte a tariffe che progressivamente sono lievitate. Come sindacato dei pensionati abbiamo unitariamente sottoposto questa rischiosa situazione ai vertici lombardi chiedendo di intervenire per rendere omogenee le modalità di prenotazione e per semplificare il più possibile le procedure. Questa campagna vaccinale è partita male e in ritardo per l’incapacità dei nostri responsabili regionali, ma riesce a proseguire anche peggio. Speriamo sempre che l’esperienza insegni e che non si compiano questi stessi errori con il vaccino anti-Covid».

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