Cave dismesse contro la siccità
Regione vara un progetto di legge

Ex cave come bacini di accumulo: 11 siti sotto la lente in provincia.

Trasformare le cave dismesse in enormi invasi di acqua, o meglio in bacini artificiali di accumulo idrico. È quanto contenuto in un progetto di legge che, se tutto filerà liscio, arriverà in Consiglio regionale già entro la fine di novembre. Una vera e propria rivoluzione con un duplice obiettivo: non solo avere le necessarie scorte di «oro blu» per irrigare i campi in anni, come questi, di grande siccità ma anche evitare che le tante ex cave abbandonate, spesso lontane da occhi indiscreti, possano diventare discariche illegali di rifiuti.

In Lombardia sono poco più di 3.500, per l’esattezza 3.593 quelle censite. Di queste 2.897 sono dismesse. Che Province e Comuni faticano a recuperare (quelle recuperate sono meno di 700). Numeri giganteschi che fotografano una regione in testa come quantità di aree destinate all’industria estrattiva: circa il 13,5% di quelle attive in Italia che diventa quasi il 20% per le inattive sul totale nazionale. E in questa classifica da «gruviera» la Bergamasca si posiziona tra le prime posizioni con 87 cave recuperate sulle 158 cessate (in testa il Pavese, con 952, davanti a Mantova e Brescia per numero di aree dismesse).

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