Cellule modificate contro la leucemia
Al lavoro anche un medico bergamasco

L’équipe del «Bambin Gesù» di Roma è guidata dall’oncologo bergamasco Franco Locatelli. «In un bimbo di 4 anni la malattia è in fase di remissione». Sperimentazione su altri casi.

Uno straordinario traguardo per la salute dei più piccoli raggiunto grazie anche a un medico bergamasco. Un metodo innovativo di cura della leucemia è stato applicato dai medici dell’ospedale del Bambino Gesù di Roma, guidati dal bergamasco Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia pediatrica. Un bimbo di 4 anni, colpito da leucemia linfoblastica acuta, che non aveva risposto né alla chemioterapia né al trapianto di midollo, è stato sottoposto a una terapia cellulare e genica. Ora il bambino, che ha ricevuto in infusione endovenosa cellule «riprogrammate» per uccidere il tumore del sangue, sta bene e la malattia è in fase di remissione.

«Per poter dire che questo bimbo è guarito si deve però aspettare ancora, ma il fatto che nel suo midollo non ci siano più cellule leucemiche è per noi un importante risultato – illustra Locatelli al telefono da Roma – . Un risultato che ci porterà già ad applicare, a breve, la stessa tecnica su altri due casi, un adolescente affetto dalla stessa malattia e una bambina colpita da neuroblastoma, il tumore solido più frequente dell’età pediatrica». Il metodo applicato, all’interno dello studio accademico dell’ospedale pediatrico di Roma, promosso da Airc, Associazione italiana ricerca contro il cancro, ministero della Salute e Regione Lazio, spiega Locatelli, «è un affinamento della terapia genica e immunologica, non dimenticando che anche il trapianto di midollo è una terapia immunologica. La metodologia utilizzata è quella, in sostanza, di modificare geneticamente i linfociti T, i “soldati” del nostro sistema immunitario e “potenziarli” per annientare le cellule tumorali».

Approfondisci la notizia acquistando l’Eco di Bergamo del 2 febbraio direttamente qui a soli 99 centesimi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA