«Chi ha fatto questo a Yara non era solo»
Bossetti: io in carcere, là fuori c’è chi ride

«Chi ha fatto male a Yara non può aver agito da solo». Lo dice Massimo Bossetti durante l’interrogatorio fiume di venerdì mattina 11 marzo.

«Non è giusto che io sia in carcere mentre là fuori due persone ridono» ha detto il carpentiere. E il pm Letizia Ruggeri subito gli ha domandato. «Perchè due?». «Perchè chi ha fatto del male a Yara non può essere stato da solo».

Questo botta e risposta arriva dopo una lunga parte dell’interrogatorio in cui Bossetti spiega perchè aveva sospettato di Massimo Maggioni, titolare della ditta per cui stava lavorando nel 2010, sul quale aveva avanzato sospetti nel corso di un interrogatorio davanti al pubblico ministero dopo l’arresto. «Nessuna calunnia, non volevo calunniare o ingiuriare nessuno, ma dopo 137 giorni di isolamento terrificanti, ho continuato a pensare con chi avevo avuto dei contatti».

E Bossetti ricorda degli episodi: «Ricordo gli apprezzamenti dopo il passaggio di uno scuolabus, gli avevo anche detto se non era un pedofilo» dichiara in aula. E poi ricorda che Maggioni lo aveva aiutato dandogli uno straccio di cotone in un’occasione in cui si era tagliato. In sostanza il collega avrebbe potuto avere tracce del suo Dna prese da uno straccio o da un attrezzo del cantiere sporco di sangue. «Lo potrebbe aver fatto per mettere nei guai me» ha commentato Bossetti, che aggiunge altri dettagli: «Ricordo che sotto il sedile del furgone aveva un coltello e una volta, sempre nel suo furgone, ho sentito uno strano odore, una puzza come di cadavere».

E aggiuge: «Pensai dopo il mio fermo che Yara Gambirasio era stata uccisa per mettermi nei guai».

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