Chiusure festive, il commercio frena
«Non passare da un eccesso all’altro»

Allarme Ascom: «Domeniche redditizie, rischiamo di perdere 2-3 mila posti di lavoro in provincia». Confesercenti meno pessimista «ma serve più dialogo». Sindacati divisi: da Cgil ok al governo, Cisl chiede equilibrio.

Dopo le richieste iniziali, arriva la brusca frenata: va bene regolamentare e limitare le aperture domenicali nel commercio, ma il disegno di legge che il governo gialloverde si appresta a varare, che prevederebbe solo 8 domeniche di apertura (di cui 4 concentrate a dicembre) e una turnazione con il 25% di negozi aperti, rischia di diventare un boomerang per l’intero settore con ricadute economiche ed occupazionali anche pesanti. Ne sono convinte Ascom Bergamo e Confesercenti Bergamo che temono che si stia passando da un eccesso all’altro.

«A questo punto il rischio di una perdita di occupazione, con l’entrata in vigore di queste nuove norme esiste - spiega il presidente di Ascom Bergamo Giovanni Zambonelli -. Temiamo infatti una caduta occupazionale nella grande distribuzione e dei piccoli che hanno investito sulle aperture domenicali. La domenica è il secondo giorno più redditizio della settimana, le cui vendite non verrebbero recuperate nei restanti sei giorni. Stimiamo che potrebbero perdere il posto 2-3 mila lavoratori su circa 40 mila dipendenti del commercio.

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