Cina, per la prima volta nessun contagio
Usa: quasi 96mila morti. Hertz: bancarotta

La Cina ha annunciato di non avere registrato alcuna nuova infezione da coronavirus per la prima volta da quando ha iniziato a raccogliere i dati, a gennaio.

L’annuncio giunge il giorno seguente all’apertura del Congresso del Popolo, in cui sono stati celebrati i «grandi successi» nella lotta contro il virus. Il bilancio ufficiale delle vittime del Covid-19 nel Paese è di 4.634, ben al di sotto del numero dichiarato da Paesi molto più piccoli. Dubbi sono stati espressi in questi mesi sull’affidabilità dei dati diffusi da Pechino.

I morti per coronavirus negli Stati Uniti, invece, nelle ultime 24 ore sono stati 1.260. È quanto emerge dai dati della John Hopkins University. I casi negli Usa hanno ormai superato gli 1,6 milioni, mentre i decessi totali si avviano verso la soglia dei 100.000 attestandosi a 95.921.

Intanto, venerdì 22, sono spuntate le prime immagini di Donald Trump con quella mascherina che finora si era sempre rifiutato di usare in pubblico. Il tycoon ne ha indossata una color blue navy per la prima volta visitando vicino a Detroit una fabbrica della Ford riconvertita per produrre respiratori, come si vede in un video diffuso da Sky News e nelle foto diffuse sui social. Quando però ha incontrato i giornalisti era senza: «Non è necessaria, sono stato testato oggi. Ne avevo una prima, nell’area riservata, ma non volevo dare alla stampa la soddisfazione di vedermi».

Il colosso mondiale dell’autonoleggio Hertz, in crisi per le conseguenze del coronavirus, ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti e in Canada. Lo ha annunciato la società in una nota. «L’impatto di Covid-19 sulla domanda di spostamento è stato improvviso e drammatico, causando un brusco calo delle entrate dell’azienda e delle prenotazioni future», ha dichiarato in un comunicato stampa. Nel deposito del «chapter 11» negli Stati Uniti non sono incluse le attività operative in altre aree, tra cui Europa, Australia e Nuova Zelanda

Hertz afferma di aver adottato «azioni immediate» per tutelare la salute e la sicurezza dei suoi dipendenti e dei clienti e di avere eliminato «tutte le spese non essenziali». «Tuttavia - precisa la nota - , permangono incertezze sul ritorno del reddito e sulla completa riapertura del mercato, il che ha reso necessaria l’azione di oggi».

Il 21 aprile, Hertz aveva tagliato 10.000 posti di lavoro in Nord America, ovvero il 26,3% della sua forza lavoro globale, nel tentativo di preservare liquidità in vista delle incertezze conseguenti alla pandemia. Il ricorso al «Capitolo 11» è un dispositivo che consente a una società che non può più rimborsare il proprio debito di riorganizzarsi al riparo dai creditori. «La riorganizzazione finanziaria fornirà a Hertz un percorso verso una struttura finanziaria più solida che posizionerà meglio la società per il futuro», conclude la nota. Sono esclusi dalla procedure anche i siti in franchising che non appartengono alla società.

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