Città smart, Bergamo è 6ª in Italia
Le sfide: aria, formazione, suolo e digitale

Gli obiettivi da qui al 2030 elaborati da Smart Benchmarking (percorso di analisi del gruppo Fpa) al Kilometro Rosso.

Bergamo è oggi la sesta città più «Smart» d’Italia, in forte ascesa, secondo la classifica di ICity Rate 2017, con un buon posizionamento rispetto agli obiettivi di sostenibilità dell’Onu. E guarda al traguardo del 2030 con un suo modello di città intelligente e sostenibile, condiviso dalle realtà del territorio che la immaginano tra 13 anni attrattiva, inclusiva e dotata di una piattaforma progettuale e tecnologica all’avanguardia. La Bergamo «Smart» del 2030 sarà in grado di attirare giovani e imprese innovative, dotata di un motore economico di manifattura, commercio e artigianato, in cui troveranno spazio nuovi settori come salute e ICT, dove la crescita digitale sarà funzionale allo sviluppo urbano. Una città universitaria e competente, diventata hub di conoscenza e cultura, dotata di capitale umano qualificato. Una città dall’alto standard di servizi, migliorata in efficienza energetica, più accessibile, con una mobilità fortemente sostenibile e a consumo di suolo zero.

È la fotografia di Bergamo secondo Smart Benchmarking, il percorso di analisi, approfondimento e confronto per definire l’agenda urbana di lungo periodo realizzato per la città da Fpa , presentato martedì 21 novembre al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso. Con Smart Benchmarking FPA propone alle città un percorso modulare di analisi dei dati, approfondimento e coinvolgimento degli stakeholder locali in funzione del proprio modello di smart city. «Smart City a Bergamo ha un significato comune – afferma Carlo Mochi Sismondi, presidente di Fpa -. Tutte le diverse realtà ascoltate nel nostro percorso hanno focalizzato chiaramente le sfide della città verso il 2030, su cui vari soggetti stanno lavorando concretamente, mettendo in rete energie, tessendo relazioni e investendo su fattori abilitanti: questo è il senso di iniziative come l’Associazione Bergamo Smart City, i Tavoli Ocse coordinati dall’Università o l’associazione InNova Bergamo. Bergamo sta lavorando all’obiettivo 2030 con tanti progetti strategici e con un lavoro di costruzione dell’hardware e del software cittadino. La città intelligente del 2030 immaginata dal Comune e dai protagonisti dello sviluppo urbano è una realtà attrattiva e inclusiva, in cui l’innovazione tecnologica è al servizio della sostenibilità economica, sociale e ambientale, declinata localmente grazie a una forte cultura identitaria».

«Sappiamo quanto sia fondamentale fare innovazione nella Pubblica Amministrazione – afferma Giorgio Gori, sindaco di Bergamo -. Un amministratore ha il compito di studiare vie nuove in tutti gli ambiti dell’amministrazione, vuoi per far fronte alle attuali condizioni in cui versano i Comuni (con un’autonomia finanziaria molto limitata e bilanci che non consentono grandi spazi di manovra), ma anche perché si tratta dell’unico modo per venire incontro alle esigenze dei cittadini, che chiedono di semplificare e sburocratizzare le procedure per poterle avvicinare alle potenzialità che le nuove tecnologie offrono al giorno d’oggi. Frasi come “abbiamo sempre fatto così” sono i grandi freni di una Pubblica Amministrazione e rappresentano ciò contro il quale dobbiamo garantire sempre maggiore impegno. Per poter essere una città Smart, Bergamo ha bisogno che tutte le proprie istituzioni perseguano il medesimo obiettivo, c’è bisogno di remare nella stessa direzione, favorendo le sinergie e il lavoro di squadra nei processi di digitalizzazione e condivisione delle banche dati e delle procedure».

«Nel nuovo sito dell’amministrazione comunale Spid darà accesso a una pagina personale, una sorta di “my fast page” dove il cittadino troverà informazioni che vanno dal libro da riconsegnato in biblioteca alla multa in scadenza, fino alle iscrizioni scolastiche o al servizio mensa – rivela Giacomo Angeloni, assessore all’innovazione e alla semplificazione del Comune di Bergamo –. La semplificazione è un obiettivo di mandato: dobbiamo attrarre un mondo produttivo che punta a una produzione innovativa con standard differenti anche sotto il profilo della qualità del lavoro e dell’impatto sull’ambiente».

Bergamo è appunto la 6ª città italiana più Smart e sostenibile secondo la classifica di ICity Rate 2017 stilata da FPA. A spingerla dalla 18ª posizione del 2012 e dall’11ª del 2016 alla posizione di vertice attuale, sono stati valori superiori alla media italiana per quasi tutti gli indicatori presi in considerazione, con punte di eccellenza nella ricerca - innovazione e crescita economica (terza tra 106 comuni), oltre che nella mobilità sostenibile (5ª posizione). Il confronto con le altre città della regione rileva una distanza da Milano (in testa) di circa 60 punti e un ampliamento del divario con le altre città medio-piccole della Lombardia. Bergamo riesce comunque a superare il capoluogo nelle dimensioni ambientali (qualità dell’acqua e dell’aria, energia, verde pubblico, suolo e territorio e gestione dei rifiuti urbani), della legalità e della sicurezza urbana. Guardando il posizionamento nelle singole dimensioni rispetto alla media regionale e nazionale si evidenziano alcune specificità. Rispetto alla media italiana c’è un solo ambito sul quale Bergamo è in difficoltà: il consumo di suolo. Supera la media regionale ampiamente in rifiuti, crescita economica, energia, trasformazione digitale, mobilità sostenibile e sistema di governance e partecipazione.

Prendendo in considerazione i risultati rispetto alle dimensioni della sostenibilità dell’Agenda 2030 dell’ONU il posizionamento di Bergamo è complessivamente buono, con alcuni differenze. Ha già raggiunto - con ampio anticipo - il target di riduzione di dispersione idrica, con un valore di perdite reali idriche del 16,6% nel 2016 e di diffusione della Banda Larga a 100 Mbts con il 59,9% delle unità immobiliari raggiunte già nel 2017 (50% l’obiettivo dell’Italia al 2030). Non è lontana dall’obiettivo di riduzione della povertà (1,8 milioni di persone in meno a rischio povertà in Italia entro il 2025) per cui proporzionalmente deve ridurre del 5,6% il numero di persone a rischio povertà sul territorio. Nell’istruzione Bergamo è vicina all’obiettivo di riduzione dell’abbandono scolastico, ma ha molta strada da compiere nel livello di istruzione terziaria: solo il 26,6% dei giovani è laureato. La città è ben messa verso il tasso di occupazione del 75% al 2030: mancano meno di 6 punti percentuali per essere in linea con i livelli definito in Europa e riportati nell’Agenda ONU.

Non eccelle invece in qualità dell’aria: è sopra i limitati massimi consentiti dall’OMS sia per i livelli di PM10 (80 giorni di superamento) sia per le polveri sottili PM2,5 (valore medio annuo 26, doppio del consentito), che in maniera minore per l’N10. Anche rispetto ai consumi energetici Bergamo è in controtendenza rispetto alla necessaria riduzione, con un incremento del 2,2% nell’ultimo anno. Buona è nel complesso la sostenibilità nella mobilità: le vittime del trasporto su strada sono scese del 16,3% in 5 anni e l’obiettivo di dimezzarle entro il 2020 è possibile, anche se è distante la riduzione radicale delle auto a carburanti tradizionali che sono ancora il 92,1% del parco auto locale. Sui rifiuti, Bergamo deve essere più incisiva nella riduzione pro-capite (superiore alla media Ue), mentre per la raccolta differenziata secondo i dati recenti di A2A e Ispra ha già raggiunto il 70% e punta a raggiungere l’80% in tempi brevi (il traguardo per l’Italia si pone per il 2030). Dal 2012 al 2015 i metri quadri di suolo consumato pro-capite sono scesi di 1,3 per anno, ma gli investimenti per la riqualificazione e la rigenerazione degli spazi urbani contano cifre e logiche d’intervento che fanno di Bergamo una città esemplare nella messa a punto di politiche di «consumo di suolo zero».

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