Clima «indiano» e troppo cemento
I paesi bergamaschi vanno sott’acqua

Le Orobie non sono certo equiparabili a Everest e K2 (e ancor meno i nostri fiumi e i nostri laghi all’Oceano Indiano), ma definire «monsonico» il clima di questi giorni in Bergamasca, con puntuali temporali pomeridiani, non è certamente fuori luogo.

Diversi centri dalla nostra provincia, da Fiorano al Serio a Gazzaniga, dalla Val Gandino a Bergamo, da Sarnico a Grumello del Monte (tanto per citare i soli esempi eclatanti) sono letteralmente finiti sott’acqua per l’esondazione negli abitati delle reti fognarie, che non hanno retto alla furia degli elementi, incapaci di ricevere e scaricare veri e propri torrenti urbani. «Sicuramente – spiega Claudio Merati, direttore dell’Utr-Ufficio territoriale regionale a Bergamo – è cambiato il meccanismo delle precipitazioni, concentrate in lassi di tempo sempre più brevi ma con intensità molto più elevata. La statistica di lungo periodo a volte rileva scostamenti marginali sulla quantità di pioggia precipitata negli anni, ma la concentrazione è elemento rilevante per valutare tempi di deflusso e assorbimento del terreno e il conseguente dimensionamento delle opere di regimentazione». Al di là dei mutamenti climatici (che non riguardano ovviamente la sola Bergamasca), Merati punta il dito contro l’eccessiva urbanizzazione, che in troppi casi è andata al di là del normale buonsenso. L’intervista completa su L’Eco di Bergamo in edicola lunedì 13 giugno.

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