Conca d’oro, il rifugio antiaereo
diventò una galleria aperta al traffico

Da Storylab affiora un altro scatto curioso: la galleria Conca d’oro nel 1949. Prima di diventare il tunnel viabilistico che collegò il viale Vittorio Emanuele al «grazioso angolo di campagna» del quartiere Santa Lucia era un rifugio antiaereo.

Oggi per tutti è «solo» la galleria che collega la Conca d’oro al viale Vittorio Emanuele, ma andando a scavare tra le foto e le notizie del passato, come accade spesso, spunta qualche sorpresa: qui, infatti, ai tempi della Seconda guerra mondiale, c’era un rifugio antiaereo. E proprio questo rifugio fu trasformato, negli anni Cinquanta, in una galleria aperta al traffico. L’occasione per raccontarvi un altro pezzo di storia della Bergamo sparita arriva da questo scatto pubblicato su Storylab: siamo nel 1949 e l’immagine mostra il tunnel della Conca d’oro ancora chiuso al traffico; la strada è sterrata e l’interno è completamente buio, l’esatto contrario della galleria asfaltata e illuminata che siamo abituati a vedere oggi.

Per percorrerla tutta in auto e a piedi i bergamaschi dovettero attendere fino al 1953, anno in cui fu realizzato il tunnel con queste caratteristiche sottolineate sui giornali dell’epoca: «Lunghezza 245 metri e 70 centimetri; larghezza dieci metri; due marciapiedi di un metro l’uno sui due lati; sede stradale asfaltata, pareti rivestite di intonaco impermeabilizzato; illuminazione al neon». Illuminazione che aveva creato qualche problema, al punto da far slittare di mesi la cerimonia dell’inaugurazione.

Tra l’altro, la strada dallo sbocco della galleria fino alla rotonda di Santa Lucia fu realizzata solo in un secondo tempo: inizialmente, dunque, una volta usciti dal tunnel si poteva imboccare solo via Nullo. E a quei tempi c’era anche un progetto per creare un’altra strada partendo dalla rotonda: come raccontava «L’Eco di Bergamo» nel 1954, si pensava di costruire una strada «che aggredisca con una serie di tornanti questa zona collinosa della città; e crei così una rusticana passeggiata, una specie di “Viale dei Colli” meno classico certamente del celebrato viale di Firenze, ma anch’esso allagato di sole, stornellato a primavera dalle chiome dei peschi che sui nostri colli esplodono prestissimo in fiore».

Tornando alla galleria, era stata anche avanzata l’idea di farvi passare una linea del tram, «nella suggestione di un traforo», per raggiungere il bel quartiere di Santa Lucia che negli anni Cinquanta il quartiere era descritto come «un grazioso angolo di campagna, con meravigliose visioni di papaveri nei campi a primavera».

Ecco il confronto fra la galleria del 1949 e quella di oggi (foto Bedolis).

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