Conte, incontro di 3 ore con i pm a Roma
«Su Alzano e Nembro rifarei tutto»

È durata circa tre ore, venerdì 12 giugno, la deposizione del premier Giuseppe Conte ai pm bergamaschi in merito alla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro per l’emergenza Covid-19.

Venerdì 12, verso le 9,30, la pm di Bergamo Maria Cristina Rota é arrivata a Palazzo Chigi a Roma per la deposizione del presidente del Consiglio. Oltre al procuratore Rota, per l’audizione del premier Conte come persona informata sui fatti, si sono presentati anche i sostituti Paolo Mandurino, Silvia Marchina e Fabrizio Gaverini.

La deposizione è durata circa tre ore, durante le quali il presidente Conte - secondo indiscrezioni - avrebbe ribadito, come ha ripetuto negli ultimi mesi, «che la Regione Lombardia aveva gli strumenti tecnici per agire in autonomia come hanno fatto altre regioni». I magistrati bergamaschi nei giorni scorsi avevano già sentito Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, Walter Gallera, assessore regionale al Welfare, e Marco Bonometti, presidente della Confindustria Lombarda. Verso mezzogiorno è arrivato a Palazzo Chigi anche il ministro della Salute Roberto Speranza: anche lui - come del resto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese - è stato ascoltato dalla pm Rota. Nel primo pomeriggio è in corso l’audizione di Lamorgese, poi è stato sentito Speranza che ha lasciato alle 16.45 Palazzo Chigi dove è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti dai pm di Bergamo.

Ricordiamo che per il momento non ci sono indagati, mentre le ipotesi di reato sono di epidemia colposa, omicidio colposo e lesione colpose. Il pm Rota, il 29 maggio, subito dopo aver ascoltato Fontana, in televisione aveva parlato di eventuali responsabilità del governo e non della regione sulla mancata istituzione della zona rossa.

In vista dell’incontro romano a Palazzo Chigi con i pm di Bergamo, il premier Giuseppe Conte giovedì 11 ha ribadito a diversi giornali: «Ho agito in scienza e coscienza». «Sono qui non interessi personali o per coltivare un mio partito, o per favorire amici e conoscenti. Sarebbe folle da parte mia dedicare anche solo un minimo di energie a questi pensieri». Lo ha sottolineato il premier Conte in un colloquio riportato dai principali quotidiani italiani, alla vigilia degli Stati generali e dell’incontro con i pubblici ministeri di Bergamo.

Per quanto riguarda le anticipazioni sul suo piano, al Corriere della Sera il premier ha specificato: «Lavoriamo ad una rete nazionale unica in fibra ottica, a promuovere in modo forte i pagamenti digitali e varare un piano cashless, vareremo una nuova versione di Impresa 4.0, si chiamerà Impresa 4.0 plus e avrà incentivi consistenti per una spinta ulteriore alla digitalizzazione delle imprese, per quelle che investono in robotica e adottano anche l’intelligenza artificiale, introdurremmo un decreto di semplificazione per gli appalti che porterà l’autorizzazione ambientale dai 5 anni attuali alle 5 settimane. Porteremo l’Alta Velocità al Sud, oltre a collegare Roma con Genova, Pescara ed Ancona».

Intervistato anche da Repubblica, Conte ha aggiunto: «Non temo di finire indagato dopo il colloquio con i pm, su Alzano Lombardo e Nembro, rifarei tutto». Quindi, con la Stampa, ha puntualizzato: «Gli Stati generali non saranno una sfilata o una passerella». Intervistato anche dal Messaggero, Conte ha spiegato che «non abbiamo tempo» per cambiare il codice degli appalti, «abbiamo il tempo per far approvare alcune norme chiave che ci consentano di far partire alcune opere entro l’estate. Si tratta di muoversi con norme per intervenire sulle gare su base temporanea in corrispondenza di questa emergenza. Poi affronteremo una riforma in maniera organica».

Sull’opposizione che rifiuta il confronto, il premier ha commentato: «Ha rifiutato l’invito che ho rivolto. Voglio precisare che era un invito di riguardo. Non li ho invitati come una qualsiasi associazione di categoria o sindacale. Avrei dedicato loro un intero pomeriggio e prima dell’inizio dei lavori. Non li avevo inseriti nel programma di incontri, ma mi è stato detto che la sede non va bene, anche se è una sede istituzionale e di alta rappresentanza. Confido di poter recuperare con loro, magari all’esito degli incontri».

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