Continuano le indagini sul terrorista
Nel mirino la meta della sua fuga

Gli investigatori della Digos milanese sono stati al lavoro anche durante il giorno di Natale per ricostruire nel dettaglio di spostamenti di Anis Amri, il tunisino ritenuto responsabile della strage di Berlino e ucciso la notte tra giovedì e venerdì scorso a Sesto San Giovanni durante un controllo di un equipaggio della Volante.

Da analizzare anche i dati che ieri gli investigatori tedeschi hanno portato a conoscenza degli agenti della Digos, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, a capo del Dipartimento Antiterrorismo della Procura di Milano e dai pm Paola Pirotta e Piero Basilone. All’esame la pistola calibro 22 che il tunisino aveva con sé, la sua scheda telefonica non utilizzata e altri elementi che potrebbero chiarire se l’uomo poteva disporre di appoggi nel Milanese, oppure se Sesto era solo un luogo di passaggio per andare altrove.

Proprio su questo ultimo punto, secondo una ricostruzione fatta da una fonte del Foglio che non desidera essere identificata, un gruppo misto di servizi segreti di cui facevano parte specialisti italiani e tunisini aspettava l’arrivo dell’attentatore di Berlino, il tunisino Anis Amri, nell’area di Bergamo, a circa 40 minuti d’auto dalla stazione di Sesto San Giovanni dove il ricercato è stato ucciso nelle prime ore di venerdì 23 dicembre.

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