Coronavirus, l’11 settembre di Bergamo
Più vittime degli attentati alle Torri Gemelle

Sono arrivati a 2.984 i morti «ufficiali» per coronavirus nella provincia di Bergamo. Nell’attacco terroristico di 18 anni fa a New York morirono 2.977 persone.

I primi dati di maggio non si discostano da quelli di aprile: la curva dei contagi nella Bergamasca si è ridotta ed è stabile. Altri 34 casi positivi al Covid-19 accertati in 24 ore (+47 il giorno prima) e 13 decessi ufficiali in un giorno (+13 anche il giorno precedente). Il totale aggiornato è di 11.394 casi positivi e 2.984 morti riconducibili al coronavirus tra Bergamo e provincia. Abbiamo di poco superato il numero di vittime accertate per l’attentato terroristico più grande della storia che avvenne a New York 18 anni fa. Furono infatti 2.977 (2.996 se si contano i 18 attentatori) le persone che persero la vita negli attacchi dell’11 settembre 2001.

I dati regionali invece registrano 77.002 casi positivi (76.469, +533) e 14.189 decessi (+329, di cui 47 accertati ieri e altri 282 relativi ad aprile e computati nell’aggiornamento fornito dai Comuni lombardi a fine mese); diminuiscono i ricoverati nei reparti ordinari (6.529, -99) e nelle Terapie intensive (545, -18) e aumenta il numero complessivo dei dimessi (52.356, +321). Il dato nazionale registra invece 100.704 casi attualmente positivi (-239) e 28.710 decessi (+474).

Chi lavora nell’unità di crisi della Regione sottolinea che da qualche settimana il calo dei contagi e dei decessi per Covid-19 è evidente. «Il picco è decisamente passato in tutta la Lombardia e in particolare a Bergamo – evidenzia Giovanni Nattino, statistico che lavora nella sede di Ranica dell’Istituto Mario Negri –. Il numero dei decessi diminuisce più lentamente perché la curva del contagio è traslata in avanti di qualche settimana: i pazienti prima si infettano, poi vanno in ospedale e si aggravano. Quindi il dato dei decessi è un elemento che diminuirà solo nella fase successiva. I numeri ci fanno supporre tuttavia che il picco dell’epidemia sia completamente passato».

La Fase 2

Ma cosa accadrà ora con le graduali riaperture e la Fase due che prenderà il via lunedì 4 maggio? «È difficile fornire una previsione esatta – fa notare Nattino – perché ancora oggi non si hanno dati certi su quante persone siano realmente infettate e quante abbiano contratto il virus anche in forma asintomatica. In ogni caso sarà necessario il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre misure per scongiurare il rischio di nuove ondate di contagi».

Il meteo resta un’incognita anche per gli esperti: «Conosciamo troppo poco del Covid-19, ma tendenzialmente durante la fase estiva anche virus di questo tipo diventano meno aggressivi e il caldo aiuta a far decrescere il numero dei contagi. Speriamo in una crescita contenuta, mentre il completo azzeramento dei casi si raggiungerebbe solo con condizioni di fermo assoluto». E sulla curva piatta nella Bergamasca nelle ultime settimane, lo statistico Nattino dà questa chiave di lettura: «La curva dei contagi ha una forma a campana, con una fase iniziale e una finale associate a numeri bassi. I contagi crescono lentamente per poi esplodere nella fase centrale, quella di avvio del focolaio. Poi si raggiunge il picco, che è stato superato in una fase successiva con il plateau», dato simile al pianoro di una montagna che resta stabile. E se Bergamo (+34) e Brescia (+70) restano stabili nei dati degli incrementi quotidiani, Milano presenta numeri ancora alti (solo ieri +249 contagi e +364 il giorno prima).

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