Coronavirus, in provincia 110 positivi
«Nessuna idea di nuove zone rosse»

Lombardia, confermata la chiusura delle scuole fino al 7 marzo. La situazione nella Bergamasca, secondo l’assessore regionale Gallera, «rimane stabile». «Non c’è nessuna idea di costruire zone rosse, restano quelle che sono, l’abbiamo condiviso con il governo».

Sabato 29 febbraio alle 18 la Regione Lombardia ha indetto una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione del coronavirus, nell’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia. Già nelle scorse ore il presidente della Regione Attilio Fontana aveva anticipato «che anche la prossima settimana l’attività didattica delle scuole e degli asili resta sospesa», e dalla Regione l’assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera aveva parlato di una «sostanziale adesione alle nostre richieste» da parte del governo sulla proposta di tenere le scuole chiuse fino al 7 marzo. Nella conferenza stampa ulteriori dettagli sulla gestione dell’emergenza in Lombardia, qui sotto il video.

«Il virus è ancora presente, in fase espansiva, ma siamo molto speranzosi che presto possano iniziarsi a vedere gli effetti positivi delle misure assunte una settimana fa». Ha detto in apertura il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. È ancora in corso il tavolo con il governo che «sta portando buoni frutti, ci siamo molto basati su quanto detto ieri dai professionisti e quello che oggi è stato detto da altri esperti che il governo ha interpellato». «Bisogna cercare di fare in modo che si possano compenetrare le esigenze di rispettare le libertà dei nostri cittadini e la tutela della sanità», ha concluso.

«Ci sono sessanta guariti, con tampone negativo, e gli accessi giornalieri in ospedale continuano a diminuire». Così l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. «Siamo a 615 tamponi positivi realizzati su un totale di 5.723 tamponi realizzati, circa il 12% - dice -. Abbiamo 256 pazienti ricoverati, più 80 in terapia intensiva, meno rispetto ieri. Sono cresciuti i numeri dei decessi, arrivati a 23. Si tratta di tutte persone anziane o con almeno delle patologie già presenti e un quadro clinico compromesso. Per ognuno abbiamo anche valutazioni di altre patologie, come malattie cardiovascolari, diabete o criticità oncologiche». «Stiamo interloquendo con il governo per inserire la possibilità di assunzione di pensionati, sia medici che infermieri. Abbiamo bisogno di personale specializzato», ha aggiunto Gallera.

«In una situazione straordinaria abbiamo bisogno di misure straordinarie. Non è tempo di pannicelli caldi», ha aggiunto l’assessore al Bilancio della Regione Lombardia, Davide Caparini. L’assessore ha focalizzato il suo intervento in particolare sugli ammortizzatori sociali. Lavoratori e lavoratrici della zona rossa, ha detto, «hanno bisogno di un supporto immediato, non possiamo perdere tempo». Per questo motivo la Regione Lombardia sta «sollecitando il governo perché riteniamo che la dotazione del fondo per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria non è sufficiente».

La situazione nella Bergamasca, dove è presente un focolaio di coronavirus ad Alzano Lombardo, «rimane stabile – ha spiegato Gallera – A oggi abbiamo per la provincia 110 positivi, il 18% dei casi lombardi. Quel cluster ha un numero importante di casi, ci stiamo lavorando, non c’è però nessuna idea di costruire zone rosse, restano quelle che sono, l’abbiamo condiviso con il governo». «Non c’è nel decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri l’idea di costruire altre zone rosse». Lo ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel corso della conferenza stampa convocata a Palazzo Lombardia per fare il punto sull’emergenza coronavirus

«Non solo reparti dedicati ai pazienti con il coronavirus – ha aggiunto – l’idea è probabilmente individuare alcuni presidi ospedalieri in cui collocare i pazienti che hanno la patologia di coronavirus in modo da poterli gestire in modo più strutturato e organizzato». «Da martedì si attiva Baggio. Inizieremo a portare una serie di pazienti, quelli che possono esse dimessi ma che sono ancora positivi». L’obiettivo è liberare negli ospedali «posti letti inutilmente occupati, in attesa della negativizzazione», ha concluso l’assessore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA