Dalla piccola Elisa al decano Ruggero
Presolana, domenica c’è l’Abbraccio

Elisa ha due mesi, Ruggero 86 anni. La prima, domenica salirà alla baita Cassinelli nel marsupio del papà, il secondo sarà portato da una jeep del Corpo volontari Presolana. Ecco due protagonisti dell’Abbraccio della Presolana che, ormai è confermato, si farà questa domenica 9 luglio.

E i loro occhi, come quelli degli oltre tremila pure iscritti all’Abbraccio, saranno tutti per la Presolana, la «Regina delle Orobie», ormai pronta a lasciarsi stringere dall’affetto della «Cordata internazionale per la sicurezza, salvaguardia e sostenibilità nelle montagne» voluta da Provincia, Club alpino italiano-Unione bergamasca sezioni e sottosezioni, sesta delegazione orobica del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico e sezione di Bergamo dell’Associazione nazionale alpini. Un evento la cui febbre sta coinvolgendo tutto il mondo della montagna bergamasco e non solo. Gruppi e associazioni sono impegnati nei 18 campi avanzati che verranno allestiti lungo i 20 chilometri del periplo della Presolana, dal rifugio Baita Cassinelli al Rino Olmo, dall’Albani al bivacco Città di Clusone. Un abbraccio che punta a stabilire un primato da Guinness World Record.

Con una conferma: la Cordata si fa questa domenica. Il dubbio era per le previsioni del tempo incerte ma gli organizzatori hanno confermato: «L’Abbraccio è previsto per questo 9 luglio».

Ma torniamo ai volti della Cordata. Agli occhi curiosi di Elisa, la più piccola tra gli iscritti all’evento, e a quelli ormai saggi del decano del gruppo, l’ultraottantenne Ruggero. Elisa Tomasoni non poteva mancare all’Abbraccio, perché è di Castione e perché la Presolana è nel suo dna: il nonno Daniele è del Cai e sarà capocordata nel tratto tra la Cappella Savina e la Grotta dei Pagani. Insieme a lei ci saranno i genitori Mauro e Angela Poloni, la nonna Maria Canova, la zia Barbara e i cugini Chiara e Andrea Romelli. Ma non solo: «Saremo alla baita Cassinelli insieme a Bruna Pasini, una nostra amica che è ostetrica e che ha fatto nascere Elisa il 29 aprile scorso all’ospedale Papa Giovanni, a Bergamo», spiegano i genitori della bimba. La piccola Elisa per la verità è già stata un mese fa alla Cassinelli, sempre nel marsupio di papà: «Il nostro legame con la Presolana è davvero speciale, è bello far conoscere la nostra montagna con iniziative come questa».

Il «decano dell’Abbraccio», Ruggero Marabini, non è nato in Presolana ma, pur essendo di Bergamo, si può dire che lassù abbia messo le radici: «Sono stato un discreto alpinista, non solo sulla Presolana – ricorda l’ex direttore di acciaieria, tra i fondatori del Circolo sciatori Bergamo e degli Amici della Presolana –. Con mia moglie Luciana, che ci ha lasciato un anno fa e con la quale ho condiviso questa grande passione, siamo arrivati a Dorga come villeggianti nel 1967. Da quel momento la Presolana è nel mio cuore». Ruggero non riuscirà a raggiungere da solo la baita Cassinelli, ma nonostante gli acciacchi cercherà di mantenere fede all’impegno che ha preso: «Mi commuove pensare a quanti amano questa montagna e a quanti l’hanno amata, come la mia Luciana».

Felice Francesco Messa è di tre anni più giovane di Marabini. È di Bratto e da tutta la vita la Presolana l’ha sopra la testa. «La prima volta che vi sono salito – ricorda l’iscritto alla Cordata numero 683 – è stato nel 1939: avevo 5 anni. Con mio padre ho raggiunto il canalone Bendotti per prendere il ghiaccio che serviva a fare il gelato. La prima volta in vetta? Nel 1958, per l’inaugurazione della Cappella Savina: nel nostro gruppo c’era anche un mio amico senza una gamba». E poi quante altre volte, lassù. «Della Presolana – ammette – conosco tutto, ogni angolo, ogni sasso, ogni albero. Non potevo mancare a quest’evento irripetibile, nonostante i problemi di salute. Finché le gambe mi sorreggono, avanti». Tante storie, tanti ricordi. Tutti al cospetto della Presolana, che è pronta a lasciarsi abbracciare e a fare vivere nuove emozioni.

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