Delitto Roveri, caccia al dna in tutta Italia
Parla la madre: «Credo nella giustizia»

A quasi due anni dall’omicidio della manager di Colognola, l’attività investigativa si è estesa da Nord al Sud del Paese: più di 500 i profili genetici raccolti, nel mirino anche rapinatori violenti allora in trasferta.

Seicentoventicinque giorni, venti mesi, poco meno di due anni dopo, oggi. Il delitto di Colognola, la mano che affondò il coltello nella gola di Daniela Roveri la sera del 20 dicembre 2016, uccidendola nell’androne del palazzo di via Keplero dove abitava con la madre, ha tutta l’aria di essere un «cold case». Un fitto bosco di misteri per ora irrisolti. Chi ha ucciso la 48 enne manager della Icra Italia di San Paolo d’Argon, in quale circostanza e per quale movente, è ancora una matrioska di punti interrogativi, a cominciare dal contesto nel quale l’omicidio è maturato, dal senso dell’efferato delitto. Ma la Squadra mobile della questura che investiga e il pm Davide Palmieri che coordina le indagini sono ancora a caccia della traccia giusta e la traccia giusta potrebbe passare da un allargamento del campo d’indagine oltre Bergamo, fuori dai confini della provincia e persino della regione.

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