Disturbi alimentari, allarme donne
È l’anoressia a preoccupare di più

Due pagine su «L’Eco di Bergamo» in edicola oggi, domenica 19 maggio. Tutti i dati dell’Ats e le storie di chi ce l’ha fatta a uscire dal silenzio e affrontare la malattia: in dieci anni nella Bergamasca 1.405 casi.

I disturbi alimentari, secondo i dati dell’Ats di Bergamo, in dieci anni (2008-2017) hanno colpito nella provincia di Bergamo 1.405 persone, con una prevalenza (ossia il numero di pazienti in un dato periodo) superiore addirittura al dato medio nazionale: nell’85% dei casi si tratta di donne, nel 15% di uomini. Il disturbo più diffuso è l’anoressia con 631 casi; sono 240 i pazienti con bulimia; infine, 534 le persone colpite da altri disturbi della nutrizione, come il «binge eating» o altre forme ibride.

Per aiutare chi soffre di questi disturbi ci sono metodi innovativi, alla portata delle giovani generazioni, ma anche di chi ha qualche anno in più. Come nel caso di Sc(hi)acciaDCA, l’app per cellulare ideata dal Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del comportamento alimentare della Casa di cura «Beato Palazzolo» di Bergamo e vincitrice del bando «Digital for social» della Fondazione Vodafone Italia e sostenuto anche dai fondi di Fondazione Cariplo. Riuscire a superare questi disturbi non è impresa facile, servono fatica, impegno e costanza: ma le testimonianze di chi ce l’ha fatta e che trovate sul giornale in edicola oggi, domenica 19 maggio, raccontano di un ritorno alla vita.

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