Dopo l’exploit, interventi in calo nel 2019
ma cresce il team del Soccorso alpino

Dopo l’exploit del 2016, lo scorso anno 220 uscite e 157 assistiti. Volontari sempre più giovani.

Venti minuti venti per partire. Arriva la chiamata da Soreu, la Sala operativa regionale dell’emergenza urgenza, sui telefonini dei volontari bergamaschi della VI Delegazione Orobica del Soccorso alpino compare il messaggio con il luogo e il tipo di intervento a cui prepararsi e pronti via: chi può abbandonare lavoro, famiglia o serata in compagnia raggiunge la stazione più vicina.

Detto così pare quasi facile, per di più che molti dei 126 volontari in organico alla VI Orobica viaggiano con divisa e attrezzatura targate Cnsas (Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico) nel baule. Zero paga, al massimo la possibilità, per chi è lavoratore dipendente, di lasciare il posto di lavoro, disponibilità h24, e «in venti minuti, che è il tempo massimo consentito, riusciamo sempre a formare la squadra». E con mezzi fuoristrada (10 quelli in dotazione alle sette stazioni di Valle Brembana, Imagna, Oltre il Colle, Media Valle Seriana, Clusone, Schilpario e Valbondione), se serve la jeep ambulanzata di stanza alla sede centrale di Clusone oppure l’elisoccorso del 118 si raggiunge il luogo dove qualcuno, disperso tra i boschi, in una forra o in parete, è in pericolo.

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