«Dove è il mio bimbo? Non ricordo nulla»
Interrogata la giovane mamma

È stata interrogata la giovane mamma che ha accoltellato il figlio di 22 mesi. Rimarrà in cura, nei prossimi giorni la perizia psichiatrica.

«Cosa è successo? Non lo so, non ricordo niente. Dov’è il mio bambino? Lo voglio con me». Un’ora di parole, lacrime, disperazione. Ha risposto alle domande, ha raccontato, ha pianto. Ha soprattutto chiesto come sta il suo bimbo di 22 mesi che sabato, in un indefinito blackout della disperazione, lei ha accoltellato in macchina col coltello appena comprato in un supermercato. Due colpi alla gola, uno profondo al torace, prima di colpire se stessa per farla finita.

«E allora quando ha visto il bimbo sanguinante, l’ha preso in braccio disperata e ha cercato di andare al pronto soccorso per salvarlo, prima della chiamata degli amici», dice l’avvocato Eugenio Sarai, difensore della mamma di 28 anni accusata di tentato omicidio del figlio e per questo in arresto nel reparto di Psichiatria del Papa Giovanni.

Davanti al suo legale e al pm Gianluigi Dettori, la donna è stata interrogata dal gip Bianca Maria Bianchi che deciderà mercoledì se accogliere la richiesta di custodia cautelare in carcere o, presumibilmente, in un luogo di cura. «Ha risposto a tutte le domande, ha raccontato la sua vita, la paura del marito, i maltrattamenti, la separazione, la sensazione di solitudine e le incomprensioni con la famiglia – spiega l’avvocato Sarai –, e anche la giornata di sabato, prima e dopo quei terribili minuti». Ma di quelli, dice il legale, non ricorda nulla, «come se ci fosse stato un cortocircuito della ragione, un raptus improvviso, un gesto d’impeto».

Dal marito distante, già denunciato per maltrattamenti, che avrebbe minacciato di portarle via il figlio, all’improvvisa perdita del lavoro, la donna ha ricostruito gli ultimi mesi, negando di aver premeditato il tentativo di omicidio-suicidio e definendo solo uno sfogo quel «la faccio finita» buttato lì agli amici un paio di volte. Ora la 28 enne sarà sottoposta a perizia psichiatrica per valutarne la capacità d’intendere e volere al momento del gesto, mentre il bimbo sarà probabilmente affidato ai nonni materni in attesa della decisione del Tribunale dei Minori. «Per fortuna il piccolo sta meglio e la mamma continua a chiedere di lui», ha spiegato la difesa.

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