Hurghada, attacco all’hotel dei turisti
«Gridavano: Allah è grande» - Video

Versioni contrastanti sul caso dei tre uomini armati hanno assaltato un resort a Hurghada, sulla costa egiziana del Mar Rosso. Il governo egiziano: è stata una rapina, ma i media parlano di attacco kamikaze. In serata si è diffusa la voce che erano stati uccisi tutti e tre gli assalitori, mentre il governo egiziano ha parlato di uno solo.

Tre uomini armati hanno assaltato un resort a Hurghada, il Bella Vista, sulla costa egiziana del Mar Rosso. A darne notizia nella prima serata dell’8 gennaio è stato il sito del quotidiano egiziano Al Ahram.

Gli uomini che hanno condotto l’attacco all’Hotel Bella Vista sono arrivati via mare e hanno aperto il fuoco all’entrata, senza penetrare all’interno, ha riferito poi il corrispondente di Al Arabiya. Il ministero dell’Interno egiziano ha parlato di una sventata rapina all’arma bianca, mentre i media locali lo considerano un fallito attentato kamikaze. Il bilancio fornito in serata dal dicastero è di tre turisti feriti (due di nazionalità austriaca e uno svedese), di un assalitore ucciso (uno studente di 22 anni) e un secondo «gravemente ferito». Prima si era invece diffusa la notizia dell’uccisione di tutti e tre gli assalitori.

«Entrambi avevano armi bianche», ha sostenuto il ministero, precisando che «sconosciuti si sono infiltrati venerdì sera nell’Hotel Bella Vista di Hurghada attraverso il ristorante che dà sulla strada e hanno minacciato gli ospiti dell’hotel con armi bianche». La polizia è riuscita a respingere l’attacco, uccidendo lo studente.

Molto diversa la ricostruzione dei media, tra cui Al Arabiya, secondo i quali uno degli assalitori del resort aveva una cintura esplosiva, fatta brillare dalle forze di sicurezza. La Bbc in arabo cita testimoni secondo i quali i terroristi urlavano «Allahu akbar» e avevano la bandiera nera dell’Isis. Oltre ai due neutralizzati, ci sarebbe anche un terzo uomo riuscito a fuggire per mare, da dove sarebbe venuto il commando per questo la città è stata blindata dalle forze di sicurezza.

L’Unità di Crisi della Farnesina si è immediatamente attivata dopo le prime notizie dell’assalto ed in serata era in contatto con l’ambasciata italiana al Cairo per verificare l’eventuale presenza di connazionali.

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