«Entro tre anni via slot da bar e tabacchi»
La riforma del gioco slitta ancora

Slitta a settimana prossima l’accordo sul nuovo piano riordino del gioco d’azzardo. La proposta prevede -30% macchinette,-50% punti vendita. Ancora dei punti da migliorare secondo gli amministratori locali. Per Gori:«Giudizio sostanzialmente positivo».

Si doveva chiudere giovedì 2 febbraio l’accordo tra Governo ed Autonomie sul piano di riordino dei giochi sul territorio nazionale, un’intesa alla quale si lavora da oltre un anno e mezzo. La Conferenza Unificata, però, ha sancito l’ennesimo rinvio, anche se è molto probabile che la prossima settimana venga convocata una Conferenza straordinaria che riuscirà a chiudere definitivamente la trattativa. Il governo ha accolto la richiesta di rinvio dell’intesa. «Il governo, come ho sempre dichiarato, non farà mai un provvedimento di riordino del settore giochi senza il coinvolgimento degli enti locali», ha precisato il sottosegretario all’Economia, con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, da tempo impegnato sul tema. La proposta del Governo, da quanto si è appreso, prevede tra l’altro la totale eliminazione, nell’arco di tre anni, delle slot da bar e tabacchi, la riduzione delle macchine del 30% al 31 dicembre 2017, la riduzione del 50% dei punti vendita, la classificazione delle sale da gioco in classe A e classe B. È stata fissata inoltre un’apertura minima delle sale di otto ore, in una fascia oraria che verrà stabilita dai comuni.

Soddisfatti sono apparsi i sindaci da tempo al lavoro con il sottosegretario Baretta per limare i punti che li vedevano in contrasto rispetto alla bozza presentata. Per il primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori, la valutazione sul documento del governo è «sostanzialmente positiva: abbiamo ottenuto la riduzione forte dei punti di gioco, che scenderanno del 50% rispetto agli attuali: un risultato insperato».

Più perplessità hanno mostrato stamane i presidenti delle Regioni. In particolare, opposizione è stata manifestata dal governatore della Puglia, Michele Emiliano: «Abbiamo il timore che dietro l’opportuna regolamentazione - ha spiegato - le lobby siano riuscite ad inserirsi squilibrando quel testo, per esempio nella parte che prevede le distanze dai luoghi sensibili come le scuole. Tra tutte le Regioni, la Puglia è stata l’unica ad aver chiesto un approfondimento. Vogliamo delle modifiche al testo su punti importanti, altrimenti l’intesa rischia di saltare». Per la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, «serve una normativa nazionale sui giochi che aiuti i Comuni a prendere decisioni; abbiamo chiesto una settimana in più per fare un approfondimento. Per quanto mi riguarda, delle restrizioni sono opportune». «Alcune Regioni hanno chiesto un approfondimento ma auspichiamo presto un quadro di riferimento nazionale», ha detto cil presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. Più ottimisti i sindaci. «Siamo arrivati davvero all’ultimo miglio», ha esordito il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. “Chiediamo di tenere una distanza minima dalle scuole, anche per le sale di tipo A, da concordare nei prossimi giorni. E’ l’unico punto rimasto per noi ancora in sospeso per chiudere l’accordo» ha spiegato.

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