Era ricoverata per una forte influenza
Bimba muore nel trasporto a Bergamo

Una bimba di quattro mesi è morta durante il trasferimento in ambulanza dall’Ospedale di Carate Brianza, a quello di Bergamo, giovedì scorso. La famiglia si è già rivolta ad un legale per far luce sull’accaduto.

La piccola era stata ricoverata in seguito a quella che, da quanto si apprende, sembrava una forte forma influenzale, mercoledì 17 febbraio. Sempre secondo quanto emerso fino ad ora, il giorno successivo, al termine di 24 ore di terapia antibiotica e ossigeno terapia, i medici dell’ospedale brianzolo avrebbero deciso di trasferirla a Bergamo dove la bambina era già stata in cura nei primi mesi di vita per altre patologie.

Durante lo spostamento da un ospedale all’altro, effettuato in ambulanza, la bimba è morta. Arrivata all’ospedale di Bergamo, i medici ne hanno constatato il decesso. I genitori della neonata si sono rivolti ad un legale il quale presenterà una denuncia contro ignoti per omicidio colposo.

«La piccola paziente, durante il ricovero e il trasporto in ambulanza è stata costantemente assistita dal personale medico ed infermieristico della Struttura Complessa di Pediatria e Patologia Neonatale di Carate». Lo afferma in una nota, firmata del direttore Giovanni Materia, la direzione sanitaria dell’ospedale di Carate parlando di «tragico epilogo assolutamente non prevedibile». Secondo quanto riferito dalla dirigenza ospedaliera, la bimba è stata monitorata in costante contatto con il cardiologo che la aveva in cura, fino alla decisione di trasferirla a Bergamo. «Il trasferimento della piccola alla Terapia Intensiva Pediatrica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è stata decisa per un peggioramento delle sue condizioni cliniche - prosegue la direzione di Carate - e in accordo con i suoi genitori. Subito dopo l’arrivo in ospedale il tragico epilogo. Sottoposta tempestivamente a tutte le misure rianimatorie del caso, la bimba è deceduta».

«In merito al decesso della bambina di quattro mesi, trasferita a Bergamo dall’Ospedale di Carate giovedì della scorsa settimana, l’Asst Papa Giovanni XXIII precisa che la bambina non era nata all’Ospedale di Bergamo. Era stata valutata nella nostra Patologia neonatale alcuni giorni dopo la nascita in vista di un possibile intervento cardiochirurgico, ma non era in cura nel nostro ospedale. Secondo i termini di legge, l’autopsia è stata richiesta dal medico d‘urgenza del Pronto soccorso che ha tentato di rianimare la bambina, giunta a Bergamo in condizioni gravissime e già in arresto cardiocircolatorio, condividendo con i genitori questa decisione. In caso di riscontro diagnostico - attività sanitaria intra-ospedaliera, richiesta, come in questo caso, dai medici curanti e non dalla Magistratura - la normativa prevede la partecipazione del solo personale incaricato dall’ente sanitario. L’autopsia è stata eseguita il venerdì mattina. I riscontri diagnostici sono infatti da svolgere il prima possibile, sia per non compromettere le possibilità diagnostiche, sia per poter dare alla famiglia la possibilità di svolgere le esequie senza ulteriori attese».

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