Ex carcere di Sant’Agata, sfuma l’hotel
E ora spunta l’ipotesi del conservatorio

L’ipotesi dell’hotel nell’ex carcere di Sant’Agata è definitivamente tramontata. E ora il Comune di Bergamo dovrà ripartire da capo. Il sogno di Gori è di portarci il conservatorio che sembrava destinato all’ex monastero del Carmine. Negli ultimi mesi non si è fatto più vivo nessuno: né la cordata di imprenditori pronti a mettere i capitali, né i progettisti che avevano già pensato a una bozza di ristrutturazione completa.

A marzo dell’anno scorso l’unica proposta arrivata in risposta al bando lanciato dalla Giunta per il recupero di Sant’Agata e del Carmine era stata cassata dalla commissione comunale perché ritenuta «non sostenibile economicamente». Bocciatura accompagnata però dalla disponibilità del Comune a incontrare comunque i privati. Gli incontri c’erano poi stati, non solo con i progettisti, il team guidato dal docente del Politecnico Matteo Sangalli, ma anche con gli imprenditori bergamaschi e la catena alberghiera che avrebbe gestito l’albergo, la B&B Hotels, già presente a Bergamo con un tre stelle. La proposta sul tavolo era quella di un low cost che avrebbe dovuto occupare tre piani di Sant’Agata, con un percorso museale lungo via del Vagine e accanto un’attività commerciale, che avrebbe consentito di monetizzare l’operazione.

Vicenda chiusa dunque? Secondo l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini «l’esito di questa vicenda dimostra che la destinazione alberghiera non aveva le gambe per camminare». Nel frattempo il Comune dovrà valutare anche le aspettative degli «utilizzatori» del complesso: la Cooperativa di Città Alta che occupa gli spazi dell’ex carcere con il Circolino e il Teatro Tascabile «che sta facendo valutazioni su un progetto di sistemazione dei suoi spazi, nel Carmine» chiosa Valesini. Sullo sfondo c’è l’ipotesi che a Sant’Agata possa finire il conservatorio.

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